SANT’EGIDIO – Raccoglievano denaro in cambio di pubblicità che, a loro dire, doveva finire su un pullmino da destinare ai servizi sociali della Provincia, in particolare per il trasporto disabili. Il pullmino era vero, la convenzione con la Provincia era scaduta da tempo, la lettera di "raccomandazione" della Provincia e soprattutto la firma del dirigente erano false: il tutto tradotto in una inchiesta dei carabinieri di Sant’Egidio ha portato alla denuncia a piede libero di cinque persone, di Ascoli, Sant’Egidio ed Ancarano, per reati che vanno dall’uso di atto falso alla falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico e in atti privati. A scoprire l’inghippo, che aveva già ingannato diversi commercianti e imprenditori della Val Vibrata, sono stati i militari della stazione di Sant’Egidio. P.P., 58 anni e P.F. (35), entrambi di Ascoli, utilizzavano una convenzione con la Provincia per l’la cessione in comodotato gratuito di un pullmino da utilizzare nei servizi sociali: l’Ente avrebbe avuto il mezzo a disposizione, tutto a spese della ditta del Nord Italia che in cambio sfruttava lo spazio sulla carrozzeria per racimolare sponsor e contributi. La convenzione era però scaduta nel novembre 2012 e i due, servendosi di tre procacciatori di pubblicità, avevano continuato a cercare sponsor per una causa… finita. Per essere convincenti, utilizzavano una lettera con tanto di logo della Provincia e la firma apocrifa di un dirigente di settore: da qui la contestazione dell’uso di atto falso.
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