Primari o consiglieri? Tre medici lasciano l'assise, per Brucchi decreto inapplicabile

TERAMO – La prima lettera è in arrivo, altre due lo sono, una quarta potrebbe invece non essere mai spedita. Il contenuto è inequivocabile: “Caro dottore, ai sensi del decreto legislativo 8 aprile 2013, numero 39, recante disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni…», ci faccia sapere insomma se intende optare per il suo incarico di consigliere comunale o di responsabile della struttura semplice a valenza dipartimentale della Asl di Teramo. Un vero e proprio bivio, un’ultima chiamata, soprattutto se si pensa che la questione incompatibilità tra amministratore e medico con un ruolo di responsabilità è antica, addirittura segnalata in un decreto Bindi dei primi anni 2000. Esempio famoso, sancito anche dalla Cassazione, quello del sindaco di Rimini, Ravaioli, che nel 2000 dovette dimettersi perchè era nello stesso tempo primario ospedaliero. Il decreto 39, che per il momento riguarda la dottoressa Anna Marcozzi, primario di ginecologia del Mazzini, il dottor Bruno Cipollone, responsabile dell’Urp dell’azienda Asl e il dottor Claudio Di Bartolomeo, responsabile della terapia del dolore ambulatoriale e della relativa rete territoriale: trattasi la prima di Unità operativa complessa, le altre due di Unità operative a valenza dipartimentale, per questo coinvolte dall’area di applicazione del decreto. Non riguarda più un altro consigliere comunale e medico, il dottor Francesco Ciarrocchi, fino a poco tempo fa responsabile del Centro di procreazione assistita, poi rimosso. Non riguardarebbe il sindaco Brucchi, il quale però figura nell’organigramma aziendale come responsabile di una Unità operativa semplice, quella di Senologia. Sulla sua posizione e su quella di altri amministratori pubblici che sono anche dirigenti della sanità pubblica, stanno in queste ore interpretando la legge i responsabili anticorruzione individuati negli enti di riferimento, nel caso di questi medici sia la Asl che il Comune di Teramo. E’ stato sancito che Cipollone, Marcozzi e Di Bartolomeo sono incompatibili (il primo ha già ricevuto la lettere in cui si chiede di esercitare l’una o l’altra opzione, gli altri due ancora non la ricevono). Il legislatore non ha chiarito se anche il sindaco, in quanto responsabile e dunque con funzioni anche di amminisrazione e gestione, oltre che professionali, debba optare per l’uno o l’altro: per capirlo bisogna far ricorso ai chiarimenti, offerti nello specifico dal Civit (Commissione indipendente per la valutazione, l’indipendenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) dell’Autorità nazionale anticorruzione. Il Civit ha spiegato che per i responsabili delle Unità operative semplici che siano inserite nelle Unità operative complesse non debba esere applicato ll cosiddetto “decreto anticorruzione". Dunque Brucchi, salvo parere contrario, non dovrebbe optare per la poltrona di primo cittadino o l’incarico dirigenziale professionale: se vuole fare il sindaco, cioè non deve augurarsi di essere… promosso.