Scoppio nella fabbrica, individuati i corpi dilianiati dei dispersi

TERAMO – È stato individuato pochi minuti fa il luogo dove dovrebbero essere i corpi dei tre dispersi dopo l’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio di Villa Cipressi di Città Sant’Angelo. Lo confermano il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Anna Lisa Giusti, il sottosegretario all’Interno, Gianpiero Bocci, e il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, il prefetto Francesco Tronca, giunti a Pescara a conoscere i vigili del fuoco rimasti feriti. Uno dei corpi sarebbe dilaniato. I corpi dei tre Di Giacomo, Mauro, 50 anni, Federico, 46 anni, e Roberto, 39 anni, sono stati ritrovati a valle del gigantesco cratere della collina, in un punto scosceso al limite di un boschetto, in sostanza quasi ai piedi della collina. Lo confermano gli operatori sanitari e delle forze dell’ordine che si trovano sul luogo. Al momento le operazioni sono ferme perchè i soccorritori stanno attendendo l’arrivo dei Ris e del medico legale, Ildo Polidoro.

A esplodere sarebbe stato il deposito giudiziario
Sarebbe stato il deposito giudiziario di botti illegali ad esplodere per primo ieri mattina nell’azienda dei fratelli Di Giacomo. Testimoni e prime ipotesi d’indagine confermano che l’incidente ha avuto origine non nella fabbrica Di Giacomo ma nella casamatta giudiziaria. Intanto e’ ripresa alle prime luci dell’alba l’operazione di bonifica della vasta area intorno alla fabbrica di fuochi d’artificio Di Giacomo, rasa al suolo ieri da un’esplosione. Le forze dell’ordine controllano un’area di qualche chilometro quadrato e impediscono a chiunque di avvicinarsi: durante la notte, infatti, sono stati uditi scoppi di petardi e si sono viste fiammelle nei campi intorno all’area. Le ricerche dei tre dispersi, i fratelli Mauro e Federico Di Giacomo e l’altro parente Roberto, potranno riprendere solo quando la zona sarà messa in sicurezza. Nel frattempo, ieri sera è stato dimesso dall’ospedale di Penne l’altro componente della famiglia Giordano, salvatosi miracolosamente riparandosi dentro il bunker di cemento armato della fabbrica.

Secondo testimoni 4 le esplosioni
Sarebbero state 4 e non e 2 le esplosioni che hanno devastato l’azienda di fuochi d’artificio della famiglia Di Giacomo a Villa Cipressi. Lo riferisce il testimone oculare Francesco, coltivatore diretto che casualmente si trovava nei pressi del luogo dell’esplosione. "Dopo un primo scoppio consistente è venuta la seconda terribile esplosione che ha generato il fungo ‘atomico’", ha rivelato Francesco. Secondo il suo racconto dopo un quarto d’ora sono  arrivati i soccorsi, e subito dopo c’é stata una terza esplosione più contenuta. "Il quarto scoppio è avvenuto dopo circa mezz’ora dal primo ed è quello che ha ucciso Alessio  Di Giacono – continua Francesco – noi vedevamo piccoli scoppi dal fabbricato, carabinieri e vigili del fuoco che fuggivano e quindi un altro scoppio tremendo che ha disintegrato sia il fabbricato che altre costruzioni intorno. I carabinieri poi mi hanno detto che Alessio incurante del pericolo andava proprio verso quella casa matta esplosa per l’ultima, nonostante l’avessero avvertito del pericolo. Era un bravo ragazzo -conclude Francesco – il genietto di casa che avrebbe preso in mano l’azienda da grande".

Lo strazio parenti davanti al luogo dell’esplosione
Scene di strazio a Villa Cipressi tra le case della famiglia Di Giacomo parenti, moglie e figli dei quattro morti ieri piangono, si abbracciano, leggono giornali, e si consolano tra loro. Mentre proseguono le operazioni di bonifica da parte degli artificieri gli stessi familiari continuano a chiedersi come sia stata possibile la tragedia di ieri. Loris, il genero di Federico Di Giacomo disperso insieme al fratello Mauro e al parente Roberto ha raccontato di aver parlato al telefono con Gianmarco Di Giacomo ancora ricoverato all’ospedale di Penne con una frattura a tibia e perone. "Gianmarco mi ha detto – racconta Loris – che dopo le prime due esplosioni erano riusciti ad uscire dall’ufficio lui, Giordano e Alessio e ad attendere i soccorsi. Erano distanti dalla casamatta che è esplosa per ultima e che nonostante i carabinieri avessero urlato ad Alessio di non avvicinarsi al fabbricato lui non li aveva ascoltati ed era corso verso la struttura nel tentativo di rintracciare il padre e lo zio. Quindi erano sopravvissuti in tre mi ha detto – conclude Loris – e che l’ultima esplosione ha ferito Giordano e Gianmarco e
ucciso Alessio".