Pubblicate le graduatorie del bando "La crescita è donna 2"

TERAMO – Nascono 42 nuove imprese “rosa” grazie ai fondi erogati dal Bando “La crescita è donna 2”. Oltre alla linea di intervento che riguarda le imprenditrici, che ha erogato contributi fino ad un massimo di 25 mila euro a fondo perduto, è stata finanziata anche quella relativa al mondo delle professioniste: 80 di loro, grazie ai fondi del bando (2 milioni in tutto), potranno intraprendere rapporti di consulenza con le aziende. Un risultato importante, finalizzato soprattutto a favorire l’occupazione femminile ma anche la conciliazione tra vita  e lavoro per le donne. Oggi sono state pubblicate le graduatorie sul sito della Regione Abruzzo. Soddisfatto l’assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali, Paolo Gatti. «Ancora una volta, – afferma – l’Avviso "La crescita è donna" è stato un successo in termini di risposta da parte del territorio, per interventi rivolti alla valorizzazione della professionalità delle donne abruzzesi, che hanno colto questa importante opportunità per fare parte del mondo del lavoro ed esserne, finalmente, protagoniste. E’ stata proprio l’eccezionale partecipazione alla prima edizione dell’Avviso che ha portato a riproporre la stessa tipologia di interventi. Infatti, le due edizioni hanno portato alla creazione di ben 86 nuove imprese in rosa, l’attivazione di centinaia di collaborazioni professionali oltre che, con la terza linea, quella inerente la conciliazione, il sostegno a migliaia di donne per le spese relative ai carichi familiari». Il progetto è stato anche illustrato come best practice all’Unione europea e a ministero del Lavoro. «Siamo spinti – conclude Gatti – dalla convinzione che sia indispensabile l’apporto delle donne alla crescita del sistema Italia e del sistema Abruzzo. La crescita del Pil in Italia passa dalla capacità di portare la professionalità e l’entusiasmo delle donne nel perimetro del mercato del lavoro, della produzione, delle professioni. L’Abruzzo in questi anni ha contribuito a che questo enunciato si trasformasse prima in opportunità concreta e poi in reale cambiamento della composizione del mercato del lavoro regionale».