L’AQUILA – Fermati in pieno parco Gran Sasso Laga, mentre cercavano di allontanarsi con il loro bottino per produrre un liquore pregiato e ricercato, il genepì. I tre sono stati bloccati dalle guardie del Corpo Forestale del Parco e dei comandi stazione di Arischia e Assergi, nei pressi del Monte Corvo. I fiori di Genepì appenniico (Artemisia petrosa subspecie Ariantha) estirpati erano 1.800. Un vero e proprio attacco predatorio alla flora protetta: una legge regionale, infatti, e la legge quadro sulle aree protestte oltre alla direttiva europea Habitat, tutela questa rara specie di fiore. Una specie per la cui fragilità e rarefazione in natura, l’Ente Parco ha avviato uno specifico ed innovativo progetto con l’Università degli Studi dell’Aquila, allo scopo di favorirne la moltiplicazione e la coltivazione ex situ, anche quale sostegno all’agricoltura di montagna. I tre saranno denunciati alla magistratura. I fiori sequestrati, su autorizzazione dell’autorità giudiziaria, per l’eccezionalità del caso, saranno consegnate all’Ateneo aquilano, nella speranza di riuscire a recuperarle e a farle attecchire. La direzione dell’Ente Parco si è complimentata con gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, per il vigile ed instancabile controllo che assicurano sul territorio protetto, non nscondendo la preoccupazione che, nonostante gli sforzi profusi nella tutela dell’ambiente, continui a persistere da parte di alcuni la consuetudine di raccogliere flora protetta per la preparazione di liquori in ambito domestico o ancor peggio a scopo di lucro.
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