Team, socio privato "sotto esame": al lavoro una task force di dirigenti

TERAMO – Un nuovo socio privato per la Team? L’Unità di progetto, istituita in seguito alla delibera del Consiglio comunale dello scorso aprile, è ancora al lavoro. Sono in tutto quattro i dirigenti comunali (Stefano Mariotti, Cosima Cafforio, Adele Ferretti e Cristina Di Gesualdo) ad avere il compito di valutare, secondo parametri specifici, come ad esempio l’entità del Bilancio dell’ultimo triennio, se l’Enertech srl, succeduta all’Enerambiente, ha ancora i requisiti necessari per poter essere il socio privato della Team. Se (come risulterebbe da alcune indiscrezioni) dai dati inconfutabili risulterà che la Enertech ha perso questi requisiti, si procederà all’emanazione del bando di gara europeo per la scelta del nuovo partner. Nella gara rientreranno tutti i servizi svolti dalla Team: oltre alla pulizia urbana e il porta a porta ci saranno anche i servizi cimiteriali, la cura del verde pubblico e la verifica degli impianti termici. La scadenza della gestione sarà uniformata per tutti al 2021. Uno degli aspetti più importanti, riguarda il riequilibrio di potere a favore del pubblico, dando al Comune maggiori margini di manovra.

L’ASSOCIAZIONE ROBIN HOOD: «NON SI PUO’ AVERE UN OPERATORE ECOLOGICO A PERSONA» – Intanto continuano il presidente dell’associazione dei consumatori “Robin Hood” Pasquale Di Ferdinando stigmatizza le pessime abitudini dei teramani quando si tratta di spazzatura. Di Ferdinando cita alcuni episodi accaduti negli ultimi giorni, da una signora che butta tranquillamente un volantino per strada, sostenendo che «tanto poi ci pensa la Team», ai soliti sacchetti lanciati dalle auto in corsa «che- continua Di Ferdinando – hanno sporcato tutta la salita dell’Ospedale». Piccoli gesti di inciviltà quotidiana, come quello di un ufficio non differenziare bottiglie e bicchieri di plastica, gettandoli nel secco,  ai negozianti che puliscono la loro attività gettando tutto per strada. «Vedere che ancora ci sono persone che usano il parco fluviale come discarica a cielo aperto – conclude Di Ferdinando – è incredibile. Consideriamo il servizio gratuito a casa, e una piattaforma dov’è possibile conferire, allora ci si chiede come mai fare lo stesso sforzo con il risultato di sporcare l’ambiente. Non solo manca la civiltà, ma anche la consapevolezza che meno differenziamo, più sporchiamo e più paghiamo».