TERAMO – Da oggi gli ispettori del lavoro di Teramo non utilizzeranno più le macchine personali per i servizi di vigilanza esterna. E’ una forma di protesta che se da un lato mette in luce uno strano costume cui la crisi ha costretto anche l’ispettorato, dall’altro metterà in ginocchio l’attività di controllo e repressione delle tante e diffuse illegalità nel mondo del lavoro. A denunciare lo stato di difficoltà sono i funzionari ispettivi della Direzione Territoriale del Lavoro di Teramo. Sono costretti non a utilizzare le macchine dell’amministrazione statale bensì le proprie ma soprattutto a non ricevere da tempo i rimborsi dell’attività di vigilanza esterna. E il ritardo accumulato a oggi è di 5 mesi. «Pur consapevoli della fondamentale funzione sociale svolta dal corpo ispettivo – scrivono in una nota i funzionari ispettivi – sempre in prima linea nella tutela della sicurezza sul lavoro, lotta all’emersione del sommerso e nel contrasto all’illegalità diffusa nel mondo del lavoro, si vodeono costretti a sospendere ad oggi l’utilizzo dei propri mezzi personali per lo svolgimento dell’attività di vigilanza, determinando di fatto inevitabili ripercussioni sull’attività ispettiva».
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