L’AQUILA – La conferma della condanna all’ergastolo con tutte le aggravanti, è stata chiesta oggi dal procuratore generale Romolo Como nel processo a Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore dell’Esercito accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea nel boschetto di Ripe di Civitella nel giugno di due anni fa Melania. Dopo la relazione del giudice a latere della Corte d’Assise d’appello, Armanda Servino, il pg ha svolto la sua dura requisitoria, confermando le aggravanti e la richiesta di condanna al carcere a vita già decisa dal gup di Teramo,. Marina Tommolini. «Va corretta l’impostazione delle motivazioni e la parte del movente, le motivazioni sono imprecise e male impostate ma non è che l’eventuale difetto comporti qualcosa sulla sentenza», ha detto il procuratore, non nascondendo critiche all’impostazione del giudice del primo grado. La difesa di Parolisi, che parlerà venerdì nella seconda udienza d’appello, ha già annunciato che presenterà istanze preliminari e richieste di inserimento di nuove perizie, possibilità che viene data anche alla Procura e alla parte civile, che però non vi farà ricorso. L’accoglimento viene considerato un fatto eccezionale, perché si tratta di un processo "chiuso", essendosi svolto in primo grado con rito abbreviato. Comunque, sarà la Corte a riunirsi in camera di consiglio a decidere. Se le istanze della difesa, che probabilmente riguarderanno nuove perizie su due macchie di sangue – una nel boschetto e una sul corpo di Melania – dovessero essere respinte, si andrebbe avanti velocemente, con la sentenza che potrebbe arrivare già nell’udienza di lunedì 30, dopo quella fissata venerdì prossimo. In quel caso, ci sarebbero nell’ordine le repliche di Procura generale, parte civile e difesa. Alla fine di questi interventi Parolisi potrebbe rilasciare una dichiarazione spontanea. «Abbiamo affrontato un processo in primo grado nel quale l’accusa ha portato una ricostruzione dei fatti, un movente che, grazie anche all’attività istruttoria fatta dal giudice e proposta dalla difesa, è stato totalmente respinto dal giudice – ha spiegato l’avvocato Biscotti, uno dei legali di Parolisi -. Lo stesso ha poi fatto una propria ricostruzione. Oggi ci troveremo a contrastare punto per punto quella che è stata la ricostruzione del giudice, proprio per dimostrare, così come abbiamo fatto in primo grado, l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Riga per riga dimostreremo come la ricostruzione fatta dal giudice è fantasiosa e non aderente ai fatti e ai dati emersi durante il processo».
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