Roseto ha visto nascere 30 tartarughe. L'esperto: «Torneranno qui»

ROSETO – Un evento eccezionale, mai registrato prima a queste latitudini così settentrionali: la deposizione e la successiva schiusa di uova di tartaruga sulla spiaggia libera di Roseto ha fatto esultare e sbilanciare in commenti entusiastici il sindaco di Roseto, Enio Pavone e il responsabile del Centro studi cetacei onlus di Pescara, Vincenzo Olivieri: nell’area di arenile libero recintata e protetta da un ordinanza di divieto d’accesso dell’amministrazione comunale rosetana, dal 14 settembre scorso, giorno della scoperta delle prime uova di Caretta caretta, sono stati riemmessi in mare 30 esemplari di tartarughe, 8 delle quali ‘aiutate’ ad emergere da sotto la sabbia dalle decine di volontari che si sono alternate per due settimane a protezione della zona. Secondo quanto esposto da Olivieri, la mamma tartaruga avrebbe deposto circa 43 uova con 5 esemplari morti. «L’evento è eccezionale – ha detto Olivieri – perchè le tartarughe non hanno mai deposto uova a latitudini così settentrionali, in zona così altamente antropizzata, tra ombrelloni e bagnani, e sottoposta a pesanti interventi di manutenzione. Pensate che soltanto a Ferragosto attorno al nido hanno festeggiato per tutta la notte circa 40 giovani…». La schiusa secondo gli esperti del Centro studi cetacei, è stata abbondante rispetto al numero di uova deposte, e il nido ha esaurito la cova: è stato confermato dai 13 giorni di osservazione che secondo le procedure va dal primo ritrovamento della tartarughina "Giulia" – reimmessa in mare con una solenne celebrazione in spiaggia alla presenza di amministratori, cittadni e scolaresche – e all’apertuta del nido, lo scorso 26 settembre. Roseto vive l’evento con grande partecipaione, come ha sottolineato il sindaco Enio Pavone: «Le tartarughe sembrano aver scelto Roseto per la sua caratteristica di grande sensibilità verso gli animali – ha detto il primo cittadino -. Io sono stato particolarmente colpito dal contributo disinteressato portato dai volontari delle associazioni, dalle Giacche verdi, all’Associazione nazionale carabinieri, delle Guide del Cerrano, delle Oasi dei Calanchi di Atri. I cittadini, ma soprattutto i bambini e i ragazzi delle scuole hanno dimostrato grande interesse nei confronti di questo avvenimento. Il sito dove sono state deposte le uova continua ad essere recintato e vige ancora l’ordinanza di divieto di passaggio: diventerà un simbolo per Roseto». Lo stesso Olivieri ha infine dichiarato che le tartarughe «memorizzano attraverso il magnetismo terrestre le coordinate geografiche del luogo della loro nascita: non è escluso che altre tartarughe possano venire a nidificare qui ma soprattutto quelle che sono nate qui potrebbero tornare a deporre le loro uova, forse tra 20-25 anni».