A Sergio Marchionne la medaglia "Aprutium"

TERAMO – «L’Abruzzo rende onore e rende omaggio a uno dei suoi figli più illustri dell’età moderna». Con queste parole, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha salutato questa mattina, all’Aquila, Sergio Marchionne nel corso della seduta straordinaria del Consiglio regionale riunito per la cerimonia di conferimento della medaglia Aprutium. «Sergio Marchionne, in questi anni, ha rappresentato, ed esaltato, nel mondo l’essenza più pura e nobile dell’abruzzesità; la creatività, la determinazione, lo spirito di sacrificio, il pragmatismo. Ma anche il suo essere sempre se stesso, schietto, diretto, a volte poco diplomatico, ma in ogni caso coerente e fedele alla propria filosofia manageriale. Oggi riconosciamo a Sergio Marchionne l’impegno indiscusso per la sua terra. E’ recente, infatti, la sua visita alla Sevel di Atessa ed il suo annuncio di cospicui investimenti per il consolidamento ed il rilancio dell’automotive nella Val di Sangro. E tutti comprendiamo, in questo periodo di profonda crisi economica e strutturale, il valore di questa politica che privilegia il radicamento sul territorio di un gruppo produttivo leader qual è la Fiat. Qui c’è l’humus giusto, se è vero che stiamo rispondendo alla grave recessione internazionale molto meglio di altre realtà, avendo ridotto debito e tasse. L’ad della casa automobilistica torinese è riuscito ad affermarsi in Italia ma anche negli Stati Uniti, e di riflesso nel Mondo, per la sua grande professionalità, per la lungimiranza imprenditoriale ma anche per la linearità ed il coraggio delle scelte. Sergio Marchionne non ha mai dimenticato l’Abruzzo. E l’Abruzzo non ha mai dimenticato di aver dato i natali a Sergio Marchionne. La Medaglia Aprutium che oggi gli consegniamo testimonia la riconoscenza degli abruzzesi per il lavoro finora svolto per la crescita dell’occupazione e del prestigio dei suoi corregionali. Marchionne ci ha dato fiducia e noi lo stiamo ripagando con la sua stessa moneta. E’ l’occasione per ringraziare un top manager, un uomo che non dimentica le sue radici, ma soprattutto un amico».