TERAMO – Sull’esplosione di gas alla scuola dell’infanzia di Piano d’Accio la parola passa al perito. Questa mattina Francesco Milia, di Milano, ha effettuato il sopralluogo sul luogo della mancata strage e ha fatto un primo punto della situazione sulla base degli elementi in possesso degli investigatori. Con Milia c’era il sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, e chi conduce le indagini, gli agenti della squadra mobile di Teramo e gli uomini del comando teramano dei vigili del fuoco. Al perito il compito di valutare i reperti, ciò che resta dopo l’esplosione e quello che l’eplosione ha modificato: l’obiettivo è quello di aiutare le indagini nell’individuare la causa della potente deflagrazione che lo scorso 2 ottobre ha devastato la scuola, per fortuna in un orario in cui i bambini erano già fuori dall’edificio. Sotto accusa c’è il gas, ci sono i tubi del gas, c’è anche uno scaldabagno, la cui fiammella ha provocato il botto, costituendo il micidiale innesco che ha dato il via alla devastazione. La perizia porterà via almeno due mesi di tempo, anche se lo stesso magistrato ha caldeggiato la celerità al fine di arrivare il più presto possibile alla verità e all’individuazione delle responsabilità sull’accaduto.
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