E il rettore ammette: «Abbiamo rischiato il dissesto»

TERAMO – E’ stata inaugurata questa mattina la mensa del Polo agro bio veterinario. «E’ la prima volta – ha sottolineato il rettore Luciano D’Amico – che un plesso della nostra Università ha una sua mensa interna». La struttura, da 72 posti, al momento sarà aperta solo a pranzo, sarà gestita dall’Adsu e i pasti saranno preparati dalla Pap. Anche il rettore, insieme all’assessore regionale Paolo Gatti, e ad altre autorità, ai professori e agli studenti, ha inaugurato la nuova struttura assaggiando il menu proposto: lasagne, spezzatino con patate, verdura e frutta. L’occasione è stata utile al rettore anche per ricordare le tante traversie che hanno accompagnato l’inaugurazione del plesso, che il presidente della Regione Gianni Chiodi ha definito “rocambolesca”. Per la prima volta D’Amico, ripercorrendo il difficile periodo di transizione che l’Ateneo teramano ha attraversato,solo un anno fa, ha ammesso: «Abbiamo rischiato il commissariamento». Perché l’Ateneo, dopo le dimissioni del rettore Rita Tranquilli Leali, e quelle del direttore amministrativo «che sono state scoperte solo dopo», precisa D’Amico, ha davvero rischiato grosso, con una mancanza di governance interna che rendeva difficile persino liquidare gli stipendi e le iscrizioni che avevano raggiunto davvero il minimo storico. «Oggi – ha aggiunto il rettore – sembra di stare in un altro mondo, vedo la rinnovata fiducia dei nostri studenti all’interno e delle istituzioni, delle realtà pubbliche e private all’esterno, il dato che ci inorgoglisce di più riguarda proprio il trend delle iscrizioni, cresciute del 23%». E intanto il rettore prosegue con la sua operazione di spending review: dopo aver chiuso la sede del rettorato di viale Crucioli, quella di Atri e di Giulianova, è pronto anche a dismettere entro gennaio Chiareto e Cartecchio. «Passeremo – ha continuato – da 10 a 5 sedi». E sempre a gennaio si conta di inaugurare la mensa di Coste Sant’Agostino. «Devo ringraziare l’assessore alla Pubblica istruzione Paolo Gatti – ha concluso il rettore – per il suo interessamento, ma anche per i fondi, circa 2,5 milioni di euro, che ha erogato in favore dei dottorati di ricerca delle Università abruzzesi: grazie alla parte che è toccata all’Ateneo teramano siamo riusciti a finanziare il 29° ciclo di dottorato, facendo passare gli assegni di ricerca dai 22 dello scorso anno agli 88 attuali».