Falsi cibi Made in Italy: Provincia e Comune sostengono la Coldiretti

TERAMO – Contraffazioni alimentari, la Giunta provinciale interviene a difesa del Made in Italy, sostenendo la battaglia intrapresa dalla Coldiretti. L’associazione di categoria, com’è noto,  si sta mobilitando per difendere il made in italy contro le contraffazioni alimentari: formaggi, pasta olio, insaccati spacciati per italiani e regolarmente “falsi” ovvero prodotti in altri Paesi oppure contenenti ingredienti di dubbia qualità e provenienza. L’impegno, anche della Provincia, è quello di promuovere iniziative a difesa dei prodotti tipici anche per scongiurare l’utilizzo di risorse pubbliche “per finanziare imprese o progetti che possono alimentare il fenomeno del finto made in Italy introducendo fattori di concorrenza sleale e pregiudicando gli interessi dei consumatori”. Simbolo di questa battaglia il “falso prosciutto italiano”: quindi si sollecita il Ministro delle politiche agricole e quello della Salute affinchè dal 13 dicembre, data fissata dalla Commisione Europea, sia obbligatoria indicare sulle carni suine e sui prodotti derivati il paese di origine o il luogo di provenienza.

ANCHE IL COMUNE SI MOBILITA PER DEL MADE IN ITALY– La Giunta municipale ha approvato l’ordine del giorno presentato dalla Federazione Provinciale Coldiretti di Teramo, il cui scopo è la tutela degli interessi delle imprese della filiera agroalimentare operanti nel nostro territorio. L’amministrazione ritiene ampiamente condivisibile il documento redatto dall’associazione di categoria e, a seguito dell’atto, si impegna ad intraprendere iniziative per sollecitare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro della salute al fine di assicurare il rispetto, da parte della Commissione Europea, del termine del 13 dicembre 2013, per l’attuazione dell’obbligo di indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza delle carni suine; attivare i decreti di attuazione della legge 3 febbraio 2011, per introdurre l’obbligo di etichettatura, a partire dalle carni suine, e avviare opportune campagne di informazione per gli organi di controllo e per i consumatori sulle normative in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e le indicazioni di origine; promuovere tutte le iniziative più opportune al fine di prevenire le pratiche fraudolente o ingannevoli, ai danni del Made in Italy, comunque, ogni altro tipo di operazione o attività commerciale in grado di indurre in errore i consumatori; impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per finanziare progetti o imprese che possano alimentare il fenomeno del finto Made in Italy; sollecitare i Ministri competenti all’adozione, anche per le carni suine, di un sistema analogo a quello previsto dall’art. 10 della legge 14 gennaio 2013, n. 9, Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini, al fine di rendere accessibili a tutti gli organi di controllo ed alle Amministrazioni interessate, le informazioni ed i dati sulle importazioni e sui relativi controlli; ottenere esaustive informazioni, anche al fine di valutare possibili azioni legali a tutela dell’immagine del Comune in cui improprio utilizzo è foriero di danni al sistema produttivo e all’occupazionale.