Catarra: «Provincia senza debiti e con 20 milioni in più per il territorio»

TERAMO – Si chiude senza debiti il 2013 della Provincia di Teramo. Lo ha confermato il presidente della Provincia, Valter Catarra, nel corso della tradizionale conferenza di fine anno. Sottolineando l’occasione «un pò speciale – ha detto -, perchè siamo l’ultima aministrazione provinciale eletta dal popolo», e polemizando con il disegno di legge Delrio, Catarra ha messo sul tavolo i numeri dei «fondi restituiti al territorio, 20 milioni di euro», riferendosi alla causa vinta con il Governo sui debiti pregressi e riversati nel sistema produttivo». Altri milioni di euro, 8 per la precisione, sono arrivati per l’alluvione del 2011 e il «Consiglio regionale – ha aggiunto Catarra – approvando la rimodulazione dei fondi Fas, ne ha conferiti altri 6 per il progetto del nuovo ponte di Castelnuovo: in origine ne erano previsti 3,5». All’incontro era presente anche l’onorevole di Nuovo Centro Destra, Paolo Tancredi, firmatario dell’emendamento al Patto di stabilità 2012 con cui sono stati affidati i ristori dei danni: «Ottenerli non è stato percors semplice – ha detto Tancredi -. Il contributo è arrivato prima di quello previsto dalla Regione con i Fas (20 milioni ndr) ma ci saranno presto anche quelli«. L’argomento spinoso delle strade, poi: «Rimane aperta la partita per le manutenzioni straordinarie e gli interventi per le successive calamità naturali – prosegue Catarra -. Solo dall’Anas, dal 2009 ad oggi, sono arrivati 8,7 milioni in meno per la cura delle strade, dalla Regione zero lire. Ribadisco, come già fatto dal consiglio provinciale, la necessità di due piani straordinari: uno per il dissesto idrogeologico e uno per le scuole. Vanno fatte delle scelte: tagliamo le spese per gli armamenti, tagliamo le pensioni d’oro, tagliamo i parlamenti». Parlando di fondi, Catarra ha affrontato il nodo deo trasferimenti nazionali, sottolineando che «dal 2009 a oggi, così come è accaduto per tutte le Province italiane, abbiamo avuto a disposizione 47,6 milioni di euro in meno rispetto ai nostro predecessori. E da loro avevamo ereditato anche 8 milioni di debito fuori bilancio che abbiamo sanato. L’Ente che lasciamo noi è sano, con 3 milioni di euro in meno sui costi del personale (da 16 a 13 milioni) e nessun debito con le imprese e una disponibilità di cassa che ci consente di affrontare la spesa corrente con ua certa tranquillità».