Ex Oviesse, assemblea movimentata con tafferuglio finale: «Non siamo d'accordo con il bando»

TERAMO – L’assemblea annunciata nello ‘spazio cittadino riconquistato’ dell’ex magazzino Oviesse ha attratto un discreto gruppo di persone ma ha fatto anche registrare il primo ‘contatto’ con le forze dell’ordine, quando gli occupanti hanno provato a fare quello che era stato abortito ventiquattro ore da: aprire la serranda dei locali dismessi e in attesa di un nuovo locatario, per far entrare i cittadini a visitare gli allestimenti artistici interni. C’è stato qualche minuto di tensione, qualche spintone di troppo, qualche berretto di poliziotti volato via, la saracinesca danneggiata ma poi rimessa a posto. Per il resto, nel tratto di corso principale da tre giorni trasformato in happening artistico dalle svariate forme e difformi punti di vista, il musicista Enrico Melozzi e gli altri artisti hanno organizzato un dibattito pubblico dai tanti interventi.

Gli interventi dell’attrice Elisa Di Eusanio, di Montauti e Serpentini. Sul marciapiede e stretti per permettere il passaggio dei bus del servizio pubblico, con poche sedie di quelle rimaste dopo il sequestro da parte dei vigili urbani per assenza di occupazione di suolo pubblico, si sono alternati artisti, registi, attori, ex amministratori, occupanti di altri teatri italiani, opinionisti a vario titolo nominati. Ecco allora il parere di Walter Nanni, ex studente che a Teramo  ha studiato prima di tentare con successo la strada della regia teatrale e televisiva a Roma, l’attrice teramana Elisa Di Eusanio, studenti universitari di diverse parti d’Italia, artisti fatti in loco, il patron della Coppa Interamnia, Pierluigi Montauti, il commerciante Antonio Topitti de "I Per Davvero", l’ex docente e opinionista Elso Simone Serpentini. Applausi un pò per tutti, chi più o meno retorico, chi più o meno demagogo, chi più o meno realista nel sostenere comunque la necessità e la rivendicazione di uno spazio riservato alla cultura, con la C maiuscola. Che dia ospitalità ai tanti talenti locali, a chiunque voglia cercare nell’arte e nella cultura quello spirito di aggregazione che a Teramo, sotto questo profilo, è mancata nella politica amministrativa. Questo per quello che riguarda l’aspetto culturale della manifestazione di protesta, civile e artistica.

La visita di Sperandio e il plauso di Città di Virtù. C’è poi ancora una volta l’aspetto politico della vicenda, che non può essere ignorato. A cominciare da una improvvisa visita dell’ex sindaco di Teramo, Angelo Sperandio, che si è intrattenuto per oltre un’ora con Enrico Melozzi, alla nota di Città di Virtù, diffusa nel pomeriggio. Valdo Di Bonaventura e Paolo Albi parlano di una occupazione di «grande valore simbolico. E’ sì la protesta civile contro una ulteriore destinazione commerciale di un luogo centrale, ma è anche il segno di ribellione dell’Arte contro la insipienza, la pochezza, la rozzezza di una classe politica che non ha eguali forse in Italia». I due consiglieri comunali non esitano a dare un connotato politico all’iniziativa: «Al di là della sterile polemica tra fautori e denigratori dell’iniziativa, una certezza è indiscutibile: se artisti di fama e notorietà non effimera si espongono in prima persona, anche assumendo i rischi che una disobbedienza civile comporta, rimandando al domani o a data futura i propri impegni professionali o i doveri famigliari, vivendo all’adiaccio due notti, ciò significa che il gesto ha un grande connotato politico, un significato alto della Politica, che solo gli sciocchi o i poveri di parole e di idee bollano come strumentalizzazione elettorale». Differente è questa arte, da quella che capisce l’Amministrazione, che «rigetta le istanze con l’indifferenza che avversa ogni iniziativa che vada oltre le feste di piazza, il ‘ddubotte’ strapaesano e condanna pregiudizialmente quanti dissentono dalla loro ottica e si pongono in maniera critica o propositiva. ll luogo prescelto – proseguono i consiglieri di Città di Virtù – non è casuale: esso coincide con l’area dove una logica commerciale cancellò delittuosamente l’antico straordinario teatro comunale. Negli anni Cinquanta non furono capaci i loro padri di impedire l’antico scempio; ci auguriamo che siano invece i figli capaci di resistere, per avviare un Rinascimento della città nonostante un Sindaco arrogante ed un’amministrazione incapace».

Gi occupanti: «Rifiutiamo il bando, questo è luogo aperto alla cultura della città». Hanno emesso un comunicato nel pomeriggio gli occupanti del Nuovo Teatro Teramano (Ntt), sostenendo che «rifiutiamo il bando e la conseguente assegnazione dello spazio dell’ex Oviesse per fini di interesse e profitto privato, e che consacriamo tale spazio come luogo aperto alla cultura della città». Invitano i cittadini a confrontarsi insieme «per definire una proposta partecipata, che restituisca allo spazio la sua vocazione originaria di produzione artistica e che rimetta al centro la cultura come bene comune per un cambiamento radicale delle politiche culturali di questa città». «In questi due giorni – scrive il gruppo di Ntt – la reazione da parte dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine è stata eccessiva e di completa chiusura di fronte alla legittima azione di riappropriazione e restituzione di uno spazio pubblico, cioè di tutti i cittadini teramani».