Rimborsi, Chiodi: «A testa alta perchè siamo persone perbene». Gatti: «Ho vissuto una giornata di amarezza»

PESCARA – «Affronteremo questa campagna elettorale a testa alta perché siamo persone perbene». Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, nella conferenza stampa convocata nel pomeriggio. «Lotteremo fino al 25 maggio, chi ci deve giudicare sono i cittadini. Se qualcuno, con la strumentalizzazione di atti anche doverosi da parte della magistratura vuole fermarci, ci deve sterminare. Spero che tutto possa essere chiarito – ha aggiunto il presidente Chiodi -. Ho fiducia nella magistratura, non lo dico per ritualità, però devono stare attenti perché in questo caso tutto ciò che si fa in questo momento è strumentalizzabile».

Spese di missioni note attraverso la stampa. «Mi vengono contestate spese di missione in località dove sono stato dandone comunicazione anche tramite organi di stampa – ha detto mostrando un elenco ai giornalisti -. Mi riferisco ai soggiorni a Nizza, Capri, Milano, Torino e Verona dove mi sono recato per fini istituzionali – ha tenuto a precisare Chiodi – ed è tutto documentato. Esiste, infatti, un elenco di tutte le missioni con l’indicazione dei motivi per i quali le ho effettuate. Consegneremo questo materiale a chi di dovere, ma intanto potete prenderne visione». «Mi auguro che il 4 (giorno degli interrogatori) sarà tutto chiarito. Il 4 sarà la cartina di tornasole. In questo momento storico ci vuole molta prudenza da parte di tutti gli attori. I comizi elettorali sono stati indetti».

Il biglietto aereo della moglie. Carte alla mano, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, si è difeso su tutta la linea rispetto alla accuse mossegli dalla procura di Pescara. «Sulla vicenda del biglietto aereo di mia moglie, – ha chiarito Chiodi – sarebbe bastato prendere in considerazione chi ha effettivamente pagato il biglietto per capire che si tratta del sottoscritto. Un cosa è certa: la Regione non ha pagato il biglietto a a moglie. Questo lo si evince chiaramente dall’ordine di bonifico indirizzato all’agenzia di viaggi. Documento che è a disposizione e che, ovviamente, consegnerò agli inquirenti», mostrando la copia del bonifico dal suo conto corrente personale.  

Le spese irrisorie. «La terza comunicazione di servizio riguarda, poi – ha rivelato Chiodi – la contestazione di spese di entità irrisoria che pure siamo in grado di giustificare. Si tratta di poche centinaia di euro»". Infine, il presidente Chiodi ha espresso fiducia negli organi inquirenti. «A giudicare il Governo regionale – ha concluso – saranno certamente i cittadini abruzzesi il 25 maggio».

Gatti: «Ho vissuto una giornata di amarezza», Di Dalmazio:«Sto cercando di capire cosa è successo». L’assessore al Lavoro, Paolo Gatti, ha invece affidato a Facebook il suo stato d’animo: «Non sono molto pratico di ricevute, fatture e cose del genere – ha postato – Mi pare di capire che avrei ricevuto rimborsi, ipoteticamente non dovuti, per alcune centinaia di euro in 4 anni. Confido di essere in grado grazie agli uffici preposti, nonostante il tempo trascorso e l’esiguita’ degli importi, di dare le dimostrazioni del caso. Ho vissuto una giornata di comprensibile stupore ed amarezza, superata anche e soprattutto grazie ad una montagna di telefonate e messaggi di tanti amici. Vi ringrazio tanto. Quasi profeticamente – ha concluso l’assessore Gatti – qualche giorno fa ho scritto qui che gli uomini si misurano nelle difficoltà, perché è allora che devono dimostrare il loro valore e il loro coraggio». Stessa cosa ha fatto l’Assessore al Turismo e Ambiente MAuro Di Dalmazio che così ha postato: «Beh, francamente non è stata una giornata facile , passata soprattutto a cercare di comprendere cosa fosse successo. Ebbene, in quattro anni, a fronte di quasi cento missioni istituzionali ( dovute anche al mio ruolo di coordinatore interregionale del turismo e vice presidente di ENIT) vengono ipotizzate alcune irregolarità formali (si contano veramente quasi sulle dita di una mano) che avrebbero determinato dei rimborsi non dovuti per pochissime centinaia di euro. Non occupandomi direttamente e personalmente di tali procedure, con la collaborazione e l’aiuto della mia segreteria stiamo lavorando per ricostruire le questioni e chiarire tutti gli aspetti evidenziati. Lasciando da parte ogni altra valutazione sull’accaduto (ci sarà eventualmente modo e tempo di farlo), voglio per il momento soltanto ringraziare, veramente con il cuore, quanti ( e sono stati veramente tanti) mi hanno fatto pervenire messaggi di solidarietà e di stima. Da parte mia vi confesso che un po’ amareggiato lo sono. Ma vado avanti con tanta tanta serenità, a testa altissima e con ancora più energia».

Gli interrogatori il 4 febbraio. Sono previsti per il 4 febbraio gli interrogatori di garanzia dei Presidenti di Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e del Consiglio regionale, Nazario Pagano, indagati dalla Procura di Pescara in un’inchiesta sui rimborsi delle missioni istituzionali. Il 4 febbraio sarà il turno di Chiodi e della Giunta, mentre per il 12 febbraio sono previsti gli interrogatori degli altri consiglieri regionali: i pm titolari dell’inchiesta Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, hanno iscritto nel registro degli indagati in totale 25 esponenti politici con le ipotesi di reato di truffa aggravata, peculato e falso ideologico.

Indagine partita da un’altra. Secondo quanto emerso oggi a Palazzo di Giustizia di Pescara, l’inchiesta sui rimborsi è scaturita da un altro filone di indagine ed è stata un’iniziativa autonoma della Procura; per l’apertura del fascicolo d’inchiesta non ci sono state denunce. L’indagine ‘madre’ della Rimborsopoli non è ancora conclusa così come non si esclude che dall’indagine condotta dai carabinieri che ha portato ai 25 indagati "verosimilmente possano scaturire altre inchieste". Di Florio e Bellelli hanno voluto sottolineare "che nel provvedimento che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di Chiodi, Pagano e altri 23 tra assessori e consiglieri, per la tutela della privacy non ci sono i nomi di persone coinvolte come eventuali testimoni siano essi parenti o estranei agli indagati". Sotto accusa viaggi in località come Sirmione, Roma, Sanremo, altre località venete, manifestazioni come il Vinitaly, o soggiorni alle Terme di Torre Canne (Brindisi).

Pagano affida a una lunga nota la sua spiegazione. Questo il testo integrale dell’intervento del presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano nella conferenza stampa in merito all’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara sui rimborsi delle missioni istituzionali in cui è indagato. «La Magistratura sta portando avanti in Italia una verifica delle spese dei gruppi consiliari delle Regioni. E la Procura di Pescara si è allineata: ma non c’è nessuna ‘rimborsopoli d’Abruzzò. Questa inchiesta non riguarda, come è evidente, le spese pazze di alcune Regioni. Al Consiglio regionale dell’Abruzzo vengono contestate irregolarità nei rimborsi di fatture relative a soggiorni in hotel e ristoranti, presentate a seguito di missioni istituzionali, come già emerso anche sulla stampa, di entità più che modeste». «Nessuno scandalo, né uso distorto del denaro pubblico, bensì incongruenze nella compilazione dei modelli di rimborso. Gli addebiti riguardano strutture (sia in Italia, che all’estero) convenzionate, che sono state individuate dagli organizzatori degli eventi, ai quali abbiamo partecipato, o dai nostri funzionari e, quindi, non certamente imputabili a scelte individuali». «Le missioni istituzionali, è bene precisarlo, sono previste da un Regolamento interno del Consiglio regionale (che proveremo agli inquirenti è sempre stato rispettato) e che hanno un obiettivo: valorizzare e promuovere la nostra amata Regione. Ad esempio, per ben 2 anni, ho ricoperto la Presidenza e la Vice Presidenza della Calre, la conferenza delle assemblee legislative europee, organismo di cui fanno parte 74 Regioni europee e che per la prima volta è stato guidato dall’Abruzzo. E’ ovvio che per me rappresentava un obbligo recarmi all’estero per adempiere alle funzioni di questa carica. Peraltro, molte contestazioni riguardano il periodo del terremoto, durante il quale i consiglieri si sono recati all’estero e in Italia per raccogliere fondi per la Fondazione ‘Abruzzo Risorge’, che ha finanziato le borse di studio per gli orfani del sisma e la ricostruzione di alcune strutture per la socialità». «Inoltre, le missioni all’estero hanno prodotto la sottoscrizione di accordi di collaborazione economica, nell’interesse delle nostre imprese. Non accetteremo di essere definiti una Regione che sperpera il denaro pubblico, quando nel corso di questa Legislatura siamo riusciti a ridurre del 40% i costi di funzionamento degli organi politici, nonché – nel mio caso – a tagliare del 70% le spese di rappresentanza, rispetto al precedente Ufficio di Presidenza. E, poi, va detto che l’inchiesta riguarda il periodo compreso tra il 2009 e il 2012. Manca, dunque – come confermato dalla stessa Magistratura – l’anno 2013. E’ evidente che le indagini non sono ancora concluse. Quindi, il dubbio è legittimo: perché proprio ora, a ridosso dell’appuntamento elettorale, e con queste modalità? E’
chiaro che più di qualche perplessità è legittima e noi faremo le nostre valutazioni nelle sedi e con i tempi opportuni, a partire dall’enigmatica competenza della Procura di Pescara. Grazie e buon lavoro».