'Rimborsopoli' o 'Sputtanopoli'? Quando il rischio è andare fuori tema

TERAMO – Il Governatore d’Abruzzo indagato continua a monopolizzare la ribalta mediatica. A distanza di sei giorni dalla notizia degli avvisi di garanzia a Chiodi, a tre quarti della sua giunta e del consiglio regionale, i riflettori su ‘Rimborsopoli’ sono sempre surriscaldati. E sarebbe giusto così, trattandosi di una vicenda giudiziaria che coinvolge, e sottolineiamo coinvolge, amministratori pubblici e per questo ‘votati’ alla più ligia condotta morale. Li coinvolge ma, a nostro modo di vedere, non dovrebbe travolgerli. Nel senso che il 4 febbraio avranno modo di spiegare cosa gli viene contestato: reati. E dai reati l’ordinamento giudiziario italiano prevede la difesa. Non dal pettegolezzo. Diciamo questo in premessa per chiarire perchè emmelle.it non si è allineato al Fatto quotidiano intanto e poi a chi, più o meno, ha voluto "tornare sulla notizia" per parlare di stanze d’albergo e loro ospiti, classifiche di concorsi e spintarelle. L’autorevole Corsera oggi ha dato la parola al Governatore (o meglio, il Governatore ha scelto il Corsera per replicare al Fatto quotidiano) e ha amplificato ancor più un episodio che deve essere sfuggito anche ai pur attenti magistrati della procura pescarese: Chiodi avrebbe favorito una donna in un concorso pubblico o in una nomina pubblica. Ma chi l’ha detto? C’è traccia di questa contestazione nelle carte dell’inchiesta? No. Uscire fuori tema è però il rischio che corrono i giornalisti quando, non contenti del titolo di per sè già eclatante di un Governatore moralista fino ad oggi non macchiato da inchieste, finito a quattro mesi dalle elezioni nella padella giudiziaria, aggiungono quel ‘pepe’ sicuro costituito dalla presenza di una donna. Questione di scelte. Editoriali (forse), populiste e poco garantiste (sicuramente). A noi che Chiodi fosse in quella camera con un uomo o una donna, se il presidente del Consiglio, Pagano, o l’assessore Gatti fossero in hotel con un uomo o una donna, non interessa granchè. Potranno spiegarlo in altre sedi, se vorranno e se dovranno. Il contratto con la politica non prevede il macello di terzi, ospiti di stanze di albergo o famigliari. L’identità di ‘miss X’ o di ‘mister Y’ è giochetto che arricchisce di commenti e idiozie i blog, dà sfogo alle arringhe dei moralisti dell’ultima ora, butta tra i rifiuti la privacy. A noi interessa che da Chiodi a Costantini e da Pagano a ‘Cecè’ D’Alessandro tutti questi politici, nessuno escluso, chiariscano, oltre alle frasi di circostanza e alle medaglie per falso buonismo, se hanno barato sui rimborsi e se hanno pagato soprattutto quello che non gli spettava con i soldi dei contribuenti. E, se sì, che paghino, senza sconti ma con l’aggravante del pubblico amministratore che deve dare l’esempio. E dagli avvisi di garanzia a oggi questo abbiamo fatto, esaltando – non senza un pò di tristezza nel cuore non per la persona ma per la circostanza che ne ha fatto diventare notizia – lo splendido isolamento dell’assessore Morra. Questo, ad esempio, non lo ha fatto nessuno, nemmeno ‘riprendendo’ la nostra riflessione/notizia. Emmelle.it è il luogo dei fatti, è il luogo dell’informazione, interprete della cronaca e non giudice. Il nostro è terreno arido per il pettegolezzo, perchè da anni predichiamo che “ragionato è meglio" e non "sputtanato è meglio". Questo lo lasciamo a blog e social, dove c’è palestra per posizioni e massacri, perchè se le nostre classi dirigenti non danno esempi edificanti di morale, non è buon motivo perchè noi giornalisti facciamo altrettanto. Ma state sicuri che ogni sviluppo, sul fronte giudiziario, lo troverete sempre. Puntuale e ragionato.