TERAMO – Tares, secondo l’Unione industriali le tariffe applicate dal Comune di Teramo sono «inaccettabili e insostenibili». Le aziende teramane chiedono all’amministrazione comunale una drastica riduzione della tariffa – spiega il presidente di Confindustria Teramo, Salvatore Di Paolo – altrimenti, molto semplicemente, non potranno far fronte al pagamento. Alcune di queste, infatti, riuscirebbero ad assolvere all’invito del Comune solo chiudendo l’attività. Non vogliamo assolutamente polemizzare con l’operato della giunta guidata dal sindaco, Maurizio Brucchi, per il quale c’è il nostro massimo rispetto, ma non si può far finta di niente di fronte all’allarme lanciato dalle imprese e all’emorragia rappresentata dalla costante chiusura delle attività». Gli imprenditori sottolineano inoltre anche che il prezzo richiesto per i servizi di smaltimento dei rifiuti, ossia 6,65 euro al metro quadro è il più alto della provincia, e fino a sei volte superiore rispetto a quello di altri Comuni limitrofi: per un capannone di mille metri quadi si arriva a pagare oltre 6 mila euro. «In più – sottolineano gli imprenditori – gli importi in questione non comprendono lo smaltimento dei rifiuti speciali, per la quali le aziende devono rivolgersi a proprie spese a ditte specializzate». I dati del settore sono desolanti: negli ultimi anni sono state chiuse 159 aziende nel solo Comune di Teramo. «In provincia di Teramo – conclude il direttore di Confindustria Teramo Nicola Di Giovannantonio – la situazione è di forte criticità: nel 2013 il numero delle imprese che hanno fatto richiesta di concordato è più che raddoppiato rispetto al 2012 e i prestiti a famiglie e imprese da parte del sistema creditizio sono diminuiti di oltre il 3,7 per cento. Auspichiamo pertanto, a proposito del problema sollevato dalle imprese teramane, un confronto urgente con l’amministrazione». Il sindaco Maurizio Brucchi ha assicurato che presto verrà aperto un tavolo di confronto tra amministrazione e industriali proprio sullo spinoso tema della Tares
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