Melania: «I giudici hanno violato i diritti di Parolisi»

TERAMO – «I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno violato il diritto fondamentale dell’individuo e in questo caso dell’imputato, di avere un processo pubblico». Per questo motivo principale, secondo gli avvocati di Salvatore Parolisi, va annullata la condanna a 30 anni di reclusione decisa lo scorso 23 settembre nel processo di secondo grado contro l’ex caporalmaggiore dell’Esercito accusato di aver ucciso con 35 coltellate la moglie Melania Rea, tra i boschi di Ripe di Civitella, il 18 aprile del 2011. I legali Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, affiancati per l’occasione del collega Titta Maida (già difensore dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella e del direttore del Sismi, Niccolò Pollari), hanno depositato oggi in Corte di Cassazione il ricorso al terzo grado di giudizio per contro del militare napoletano rinchiuso nel carcere di Teramo. «A Salvatore è stato negato una pubblica udienza del suo processo di secondo grado, con una decisione inaspettate e sorprendente – ha dichiarato l’avvocato Gentile -. Parolisi aveva fatto richiesta scritta, con cui rinunciava a parte del pacchetto ‘premiale’ previsto dal codice quando viene chiesto il rito abbreviato: l’udienza pubblica è un suo diritto al pari di quella segreta in camera di consiglio: il giudice non ha discrezionalità su questo». Secondo la difesa dell’unico imputato di questo processo, la Corte d’Appello dell’Aquila «ha battuto più record in un colpo, violando non solo gli articoli 441 e 471 del codice di procedura penale e dunque l’articolo 111 della Costituzione, ma anche l’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, oltre a svariati patti internazionali, tra i quali quello di New York». Secondo Gentile, la motivazione addotta dai giudici di secondo grado, è stata «inconferente rispetto a quanto richiesto da Parolisi», citando sentenze datate e non valutado precedenti importanti in cui l’udienza pubblica è stata concessa: «E’ successo – conclude l’avvocato Gentile – per Anna Maria Franzoni nel delitto di Cogne, a Rudy Guede nell’appello per l’omicidio dei Meredith Kercher e anche a Winston Manuel Reyes per l’uccisione di Alberica Filo della Torre all’Olgiata».