Cultura: «Verità, bugie e retropensieri…»

TERAMO – Il dibattito sulla cultura avviato con le vicende dell’occupazione dei locali dell’ex Oviesse si arricchisce di interventi. Dopo quello dell’avvocato Walter Mazzitti, il contributo è oggi offerto da Dimitri Bosi, coordinatore del Cineforum di Teramo "Lumière-Di Venanzo", che ha preso posizione nella querelle che oppone il consigliere e presidente della Commissione Cultura Marco Tancredi e il regista schierato con i riabitanti Walter Nanni per fare chiarezze sulle "bugie e sulle verità mescolate nella vicenda". Questo il contributo integrale di Bosi:

"I due interventi di Marco Tancredi e Walter Nanni ci offrono il destro per fare qualche considerazione in merito al dibattito in corso sulla stato della cultura a Teramo, sugli spazi per la produzione e diffusione culturale e su molto altro che spesso non c’entra nulla con tutto questo. Alcune considerazioni su Walter che interviene con grande slancio e generosità per rispondere a Marco Tancredi. Walter dimostra una cosa che non è stata detta: l’arte si fa come dimostra  di farla lui, chiuso in un bunker, in lotta con i propri pensieri, con le idee che si affastellano e che devi mettere insieme in un tutto che abbia un senso, molto lavoro, molta riflessione, molta onestà e obbligo morale verso te stesso e gli altri. Che nel bunker mediatico degli spazi OVS sia stata prodotta bellezza e cultura abbiamo molti dubbi, che sia stata una dimostrazione di forza da parte di un gruppo di artisti – sulla cui professionalità e bravura non eccepiamo – ampiamente collaterali ad una nascente formazione politica è altrettanto vero, che l’autoesaltazione dei propri successi è una cosa che ci fa vomitare, mentre è vero che la politica deve stare lontano dalla cultura  e questo sta scritto anche nella nostra Costituzione. Va da sé: politica e cultura si incontrano quando dobbiamo decidere su molte cose senza fare troppa confusione. 

Inoltre: non è il caso di affermare che non ci sia stata violenza…e ci mancherebbe! c’è bisogno di dirlo? Retropensiero possibile: vedete che bravi? Potevamo essere violenti! Altre considerazioni, per punti, sull’occupazione e sulle cose dette e stradette in questi giorni di occupazione e sgombero:

– sono stati strumentalizzati i bambini che forse sono stati i veri artisti del luogo: non si fa così con questo genere di interventi, qui ci vuole rispetto dell’arte e dell’”educazione”. C’è una cosa che si chiama arte infantile, c’è una cosa che si chiama arte collettiva, c’è una didattica dell’arte, tutto va rispettato e messo in atto con professionalità e progettualità;

–  “A Teramo ci sono spazi per la cultura” , “a Teramo non ci sono spazi per la cultura” due bufale di cui Marco Tancredi e gli occupanti portano la responsabilità in eguale misura perché in eguale misura hanno mescolato verità e bugie.  A Teramo ci sono spazi espositivi: come no, a iosa, che siano nella disponibilità, o debbano esser nella disponibilità di tutti è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Apriamo una parentesi, così, tanto per invitare ad essere più umili: mai visti gli occupanti ad una mostra, mai visti alla proiezione di un film, mai visti ad un concerto, mai visti in una libreria, mai visti a fare un po’ di struscio per il corso o al bar a farsi una birra, mai visti cioè a vivere la cultura che pure si produce nonostante tutto o a vivere più semplicemente i luoghi della città che pure dicono di amare tanto. Questi spazi sono per tutti, devono essere per tutti? Sì e no, dipende da cosa proponi, dalla valenza culturale del tuo progetto. Chi decide su questa valenza? Non la politica e gli amministratori che su questo tema farebbero bene a stare fuori dai conflitti di interesse, ma  dalla professionalità acclarata e conclamata di un incaricato, pagato, con delega totale a fare una cosa sola: eventi di qualità. Punto.

– ma il problema vero è quello degli spazi? Anche qui è necessario essere più precisi. Ci sono molti spazi per la diffusione culturale, per la promozione. Sicuramente non ci sono spazi per la produzione, spazi aperti a tutti dove si possa produrre cinema, danza, musica e soprattutto educare alla creatività, il tema chiave su cui anche l’Europa ci chiama a rispondere con i nuovi bandi per la cultura denominati proprio Europa Creativa; 

– ribadiamo la necessità di una figura istituzionale, un assessore alla cultura, che possa dare un indirizzo e una strategia precisa ai percorsi culturali da sviluppare nel nostro territorio. Una figura di indirizzo, lo ribadiamo, e non un organizzatore che si sostituisca alle associazioni nell’organizzare gli eventi;

-Non mescoliamo cose diverse: arte figurativa, musica, teatro, danza, ed altro, ogni settore ha una sua specificità e con questa bisogna misurarsi. A Teramo c’ è bisogno di un vero auditorium e, fatecelo dire, di un po’ di tecnici audio decenti…Occupy OVS ha totalmente ignorato il tema. Ma anche di una sala cinematografica in grado di far circolare nuove visioni soprattutto per bambini e ragazzi.

– “ Venite a trovarci, voi delle associazioni culturali, non abbiate timore, siamo qua noi a proteggervi”. Come si possono pronunciare frasi del genere? Presunzione, paternalismo, ammissione di un disinteresse dei protagonisti, di quelli che la cultura sul territorio la fanno sul serio. Guardate, in giro ci sono persone per bene, non affette da perbenismo, ma per bene, che non sono venute lì per farsi strumentalizzare ed essere inglobate nello  sberleffo generalizzato cui gli occupanti non da oggi si abbandonano con disinvolta foga moralizzatrice verso gli amministratori-che non vogliamo difendere tout court-salvo poi fare le belle domandine per farsi assegnare come tutti il bel contributo e poi sul più bello rifiutarlo perché hanno cose più importanti da fare, o, quel che è più grave, perché sul territorio hanno costruito un bel niente, se non associazioni fantasma;

– volete uno spazio culturale/laboratoriale? Basta "corciarsi le maniche", come si dice, affittarlo e farlo vivere con le proprie idee. Il Cineforum Teramo lo fa. A Teramo c’è un fulgido esempio come quello di spazio Tre, uno spazio di qualità in cui Silvio Araclio ha tenuto a battesimo tanti giovani attori e aspiranti tali, che ha pagato sempre di tasca sua; 

-un’ultima annotazione: tutto si è concluso con un mesto corteo e con un bel comizietto rivolto all’unica folla al momento disponibile: una folta pattuglia delle forze dell’ordine.

Amen"