La Curva Est e Rosci: «La storia del Comunale va scritta con noi»

TERAMO – La proposta di riqualificazione del sindaco Brucchi di destinare a parco urbano lo stadio comunale viene bocciata su tutta la linea dai ragazzi della Curva Est che in una nota sottolineano di intravedere nella proposta una operazione elettorale, “dopo le 5mila firme cestinate”, e tornano a suggerire l’opportunità di fare in quel luogo la cittadella dello spor. Cittadella che il sindaco vede idealemte nella zona della Gammarana in virtù dei campi sportive comunali già esistenti e del nuovo campo in erba sintetica che verrà realizzato a disposizione della Teramo calcio. «La nostra giunta – si legge nel comunicato diffuso dagli ultra – guidata da un illuminato sindaco, vorrebbe spostare la cittadella chissà dove, reinventando polverosi campetti di periferia in impianti che siano degni di questo nome, come se stendere un tappetino di erba finta sopra un pollaio in terra battuta, bastasse ad offuscare il fascino del Comunale o a spogliarlo del suo ruolo più logico e naturale”. “Tutti – prosegue la nota – abbiamo ben presente qual è stato il livello di attenzione dolosamente rivolto in questi cinque anni di amministrazione a quell’impianto: degrado, abbandono, mancanza della benché minima manutenzione, finanche ordinaria. Nessun piano di recupero, nessuna opera di riqualificazione è stata mai presa in seria considerazione, anzi, al Comunale è stata sempre negata la possibilità, nell’immaginario di questi signori, di assumere il ruolo che, per valenza storica e culturale, ha sempre ricoperto egregiamente: quello di un impianto sportivo che, se rimesso a nuovo, diventerebbe il vero fiore all’occhiello del centro storico; si proporrebbe nuovamente come fulcro dell’attività sportiva in una città che, da sempre, ha fame di impianti e centri d’aggregazione; permetterebbe alla società che questa città storicamente rappresenta in ambito sportivo, la Teramo Calcio 1913, di tornare finalmente a casa, se non per la prima squadra,almeno per quanto riguarda le proprie fondamenta: settore giovanile, sede sociale e magari, spazi ricreativi a disposizione dei giovani ed un museo che raccolga cent’anni di gloriosa storia biancorossa. Noi, che da sempre ci sentiamo in dovere di difendere questo spazio e quello che rappresenta, chiediamo che tutto ciò venga seriamente preso in considerazione, nell’immediato presente, come in un prossimo futuro, da chi di dovere e ribadiamo che non cederemo minimamente alla volontà mai sopita di questa classe politica di puntare a fini di tornaconto su uno dei luoghi simbolo di questa città”. Gli ultà chiedono di poter essere considerati dagli amministratori politici interlocutori imprescindibili di un eventuale progetto, proposta o concorso di idee riguardante il futuro dello Stadio comunale: “un futuro che dovrà essere scritto, in primis, da chi ha vissuto quell’impianto nella vita reale e che conosce il suo reale valore”. Sull’argomento ‘spinoso’ dell’ex stadio interviene dagli arresti domiciliari anche Davide Rosci, il leader del movimento ultrà e tra i principali fautori della raccolta di firme che raccolse circa 5mila consensi. «Il sindaco lo vuole capire che il popolo è contrario all’abbattimento del luogo simbolo della centenaria storia calcistica cittadina? E poi – scrive Rosci -, ancora va dietro al project financing? Ma non le entra proprio in mente che chi si interessa a questo tipo di finanza lo fa solo per i propri interessi? Caro sindaco ora le dò un suggerimento sul come riqualificare quell’impianto: il Comunale nonostante voi l’abbiate lasciato all’incuria è sempre funzionale, ha bisogno solo di un restyling. La Teramo Calcio vuole l’impianto dell’Acquaviva per fare la cittadella del Teramo Calcio allora perché non concedergli il vecchio comunale, come anche proposto dagli ultras del Teramo? Basterebbe metterci l’erba sintetica, anche se io sono contrario, e si consegnano le chiavi al presidente Campitelli, sempre se lui è favorevole. A costo zero per il Comune si prenderebbero due piccioni con una fava». Secondo Rosci addirittura lo stadio potrebbe diventare anche un luogo per gli spettacoli: «Se si togliessero le reti ai bordi del campo e si  sostituissero con altre ad altezza minima, si potrebbe trasformarlo in estate in un teatro all’aperto. Si rovina l’erba? Non c’è problema. Posizionando uno strato di plastica, come quelli utilizzati per i concerti nei grandi stadi, si risolverebbe questo “spinoso” problema. A questo punto si posiziona un palco e si lascia l’utilizzo dello stesso alle tante organizzazioni culturali che ultimamente hanno dimostrato di avere competenze e idee».