TERAMO- "Non ho nessun elemento su cui ragionare. Personalmente me lo sono chiesto, perché quando sei sotto scorta cerchi di capire chi potrebbe minacciare la tua sicurezza personale. Non ci sono riuscito e quindi spero sia solo una prudenza". Così il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, a margine dell’inaugurazione del suo comitato elettorale a Pescara. Il governatore uscente, ricandidato in vista delle regionali del 25 maggio con la coalizione di centrodestra, è sotto scorta "ormai da una ventina di giorni". La decisione è stata presa dal prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, sulla base di quanto sarebbe emerso da intercettazioni telefoniche. Del servizio di sicurezza si occupano, a turno, Digos e Carabinieri. Parlando con i giornalisti Chiodi ha detto di non sapere nulla delle indagini ed ha spiegato di "non aver ricevuto minacce", ricordando comunque l’episodio di due anni fa, quando gli furono recapitati dei proiettili nella sede pescarese dell’assessorato alla Sanità. Nel ringraziare "lo Stato per il provvedimento, che mi fa stare più tranquillo", il governatore ha sottolineato che "i tanti ‘no’ che ho detto, importantissimi, non possono portare a cose del genere. Al massimo – ha concluso Chiodi – possono portare a votare per il candidato avversario".
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