TERAMO – Via le facce dei candidati dalle sedi elettorali. Il pungolo arriva dal Movimento 5 Stelle di Teramo che nel corso di una burrascosa riunione nella prefettura ha imposto il ritorno alle modalità di publicità elettorale previste dalle leggi del 1957 e del 1975, che però sono state semre disattese. I manifesti elettorali nel mese antecedente alle elezioni, vanno affissi soltanto negli spazi previsti e cioè i tabelloni che i comuni hanno già posizionato in diversi punti della città. M5S punta il dito suii «faccioni "6 per 3" che fissano i passanti, a condizionare i passanti, ad infastidire i passanti; la solita, sfavillante, straripante tappezzeria elettorale affissa dai partiti su tutta la città ovviamente a spese dei contribuenti». La regola è stata discussa dai candidati sindaco e dai rappresentanti del partiti nella riunione di cui sopra: tutti daccorso nella tolleranzaq e nel rispetto di un costume, seppur non previsto, usuale nell’era della comunicazione globale. Una ‘soluzione’ a cui si è opposto Fabio Berardini, che ha preteso il ripristino della norma messa da parte. Nelle sedi elettorali i manifesti dei candidati possono essere posizionati o rivolti verso l’interno oppure a una distanza di mezzo metro dalle eventuali vetrine che danno sulle strada. Senza possibilità di deroga. Dunque da oggi, segreteria al lavoro per rimuovere i ‘faccioni’ dalle vetrate, con ulteriore spesa di denaro per vetrofanie ‘coprenti’. «Da domani Teramo tornerà ad essere una città normale – è il commento dei ‘grillini’ -: i passanti diranno addio senza rimpianti ai cartelloni dei soliti volti dei soliti noti preparandosi ad accompagnarli definitivamente alla porta, questa volta in carne ed ossa, il 25 maggio. Il Movimento 5 Stelle – conclude la nota – vigilerà affinchè da domani scompaia ogni manifesto, denunciando tutti gli eventuali abusi, uno per uno».
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