Malata di Sla "imprigionata" in casa, la protesta davanti l'Ater

TERAMO – E’ durato circa un’ora il sit in del comitato “Ora basta” davanti la sede dell’Ater di Teramo per il caso di Liliana Serafini, la donna affetta da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) che da febbraio vive imprigionata nella sua casa in un palazzo di Colleatterato Basso, per la mancanza di un ascensore. La protesta è iniziata intorno alle 10 di questa mattina in via Roma. Insieme al marito Tonino e al blogger Giancarlo Falconi, i cittadini del comitato hanno manifestato con cartelli “Liliana libera” per chiedere all’azienda di dare risposte alla famiglia che da oltre un anno chiede l’installazione di un ascensore nel condominio (dove vivono altri due invalidi, uno al 100% e uno al 75%) e per protestare contro il blocco dei fondi, 200mila euro, destinati all’eliminazione delle barriere architettoniche negli alloggi residenziali della provincia. Presenti anche il presidente di Federconsumatori, Pasquale Di Ferdinando e i rappresentanti del sindacato Pensionati della Cgil Teramo.

Dall’Ater intanto interviene l’amministratore unico Mario Pierangeli che in mattinata ha ribadito ai giornalisti la posizione dell’azienda:“La famiglia se vuole ha già una risposta a portata di mano – ha detto – e cioè quella di cambiare alloggio e spostarsi in uno dei tre palazzi con ascensore, a soli 100 metri, in via Adamoli”. “Purtroppo – continua – il signor Tonino preso dal dolore è consigliato male da qualcuno che lo sta spingendo a restare lì dov’è ora e che fa queste manifestazioni, guarda caso, a 10 giorni dal voto. Ci sono persone che si trovano nelle stesse condizioni ma non fanno scioperi o sit in”. “E’ improponibile – questa la replica del marito di Liliana – mia moglie è vissuta in quella casa 35 anni, spostarla ora che è ammalata, vorrebbe dire ucciderla. E’ vergognoso che ci propongano questo”. La sua battaglia dunque va avanti, a giorni il comitato si riunirà per decidere come proseguire la protesta. Probabile un nuovo sciopero della fame dopo quello durato tre giorni a inizio marzo. Intanto, il blogger Falconi ha annunciato che entro questa settimana consegnerà la sua tessera elettorale nelle mani del sindaco Brucchi e, dunque, metterà in atto anche uno "sciopero del voto" contro il silenzio assordante della politica e delle istituzioni.