La bimba era già morta in grembo

PESCARA – L’autopsia eseguita nell’ospedale di Pescara sulla bimba morta, partorita dopo sette mesi di gestazione nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, indicherebbe l’assenza di malformazioni ma anche il decesso prima del parto, non si esclude per un precedente, e quindi prematuro, distacco di placenta che avrebbe privato il feto di ossigeno e nutrimento. Quest’ultima ipotesi dovrà essere corroborata da esami di campioni di placenta prelevati dal medico legale, l’anatomopatologo di Teramo Giuseppe Sciarra. Il legale dei genitori – la madre è una donna di 38 anni della provincia Teramana – aveva presentato ieri un esposto in Procura, per accertare la dinamica dei fatti, chiedendo sequestro di cartella clinica e autopsia. Secondo l’avvocato della famiglia, il legale Wania della Vigna, nella documentazione acquisita c’è un certificato dell’ospedale in cui si attesta che la bambina è nata viva e successivamente è deceduta. Oggi, il manager della Asl di Pescara, Claudio D’Amario, ha spiegato che non esiste alcuna indagine interna nell’ospedale di Pescara per la morte aggiungendo: "Da quanto mi è stato riferito dal primario del reparto si è trattato di un distacco della placenta e la situazione era drammatica". La madre della piccola, una 38enne della Val Fino, giovedì sera, notate delle perdite, aveva raggiunto l’ospedale di Pescara. Dopo alcuni controlli era stata portata in sala parto. Al risveglio dall’anestesia generale, dopo un porto cesareo, alla mamma era stato comunicato che, per alcune complicazioni intervenute, la piccola non ce l’aveva fatta. Una denuncia contro ignoti è stata presentata in Procura dal legale della donna, l’avvocato Wania della Vigna: chiesti il sequestro della cartella clinica e l’esame autoptico, con la nomina di un perito di parte.