Ballottaggio e apparentamenti, la Di Pasquale chiama all'appello. Ecco chi risponde

TERAMO  – E’ iniziata la fase interlocutoria dei candidati sindaci al ballottaggio e Manola Di Pasquale ha avviato il dialogo con i candidati per percorrere la strada dell’apparentamento i tre “sicuri anti-Brucchi” ovvero Gianluca Pomante, Graziella Cordone, e Giorgio Giannella. In forse la posizione di Berardo Rabbuffo, mentre il “grillino” Berardini affida all’assemblea dei sui attivisti la scelta. La proposta formulata dal Pd al Movimento 5 Stelle, affidata al messaggero Maurizio Verna, consiste nel sostegno e appoggio di 5 punti programmatici del Movimento 5 stelle che la Di Pasquale si impegnerebbe a portare avanti. Fabio Berardini, difendendo la linea di esclusione di ogni apparentamento ha presentato una controproposta: «Noi non daremo indicazioni di voto. Mettiamo a disposizione il nostro programma e invitiamo piuttosto i due candidati a confrontarsi in piazza sui nostri punti. Saranno i cittadini e il nostro elettorato a valutare la credibilità delle rispettive posizioni. Meno netta la posizione di Berardo Rabbuffo che sembra attendere alla finestra le mosse dei due competitor e secondo cui si riapre una partita in cui cui ruolo è aperto senza preclusioni di sorta. “Intanto rivendico il merito del ballottaggio poichè se non c’ero io Brucchi avrebbe vinto -dice Rabbuffo. Quando ho capito che Brucchi avrebbe vinto a tavolino ho deciso di mettermi in gioco e ho raggiunto il mio obiettivo. Adesso la situazione è totalmente diversa, sono aperto al confronto e dialogo con tutti, ma Brucchi pecca di arroganza. Era sicuro di vincere col suo esercito e non è stato così. Certamente mi batterò con certi metodi di occupazione del potere che nascondono un controllo del territorio al capello”. Rabbuffo parla ad esempio dei risultati elettorali nelle frazioni dei più votati, come Rudy Di Stefano e Cozzi. "Il commercio è al collasso, le manutenzioni inesistenti – ha detto – eppure chi ha detenuto questa delega è stato promosso al voto. Segno che le frazioni sono commissariate”. Giorgio Giannella ha intanto avuto i primi contatti con Manola Di Pasquale e sicuramente si dichiara disponibile ad appoggiarla contro il sindaco Brucchi. “Non ci siamo candidati per fare le figurine, non ci sottraiamo dall’offrire il nostro contributo, ma questo ci sarà sulla condivisione di alcuni punti programmatici come la ridefinizione delle strategie di rilancio dell’Università˝. Non si vince sommando le persone, ma alleandosi sui progetti”. Decisa anche Graziella Cordone che ha dichiarato: “Di certo non mi apparento con Brucchi, non ci sono margini per un dialogo e il mio unico obiettivo è mandarlo a casa. Al momento non sono stata contattata da nessuno, ma non mi vendo al miglior offerente. La mia disponibilità è diretta solo nei confronti di Manola Di Pasquale” Analoga chiusura anche per Gianluca Pomante, che rinforzato di 200 voti in più dal conteggio finale che lo ha portato a sorpassare i grillino per numero di preferenze, ha dichiarato cessate le rivalità con Manola Di Pasquale. ˝Non cambio idea su chi ha portato alla deriva questa città – ha dichiarato Pomante su Brucchi – aspettiamo di aprire un dialogo che certamente dovrà convergere su alcune nostre proposte come l’approvazione di regolamenti comunali per le consulte di settore, la smart city e il calendario unico degli eventi sportivi e  culturali per il rilancio del turismo. Se questi obiettivi potranno convergere attraverso la creazione di un consorzio, una persona nello staff del sindaco o una fondazione è uguale”. Intanto Pomante  chiama all’appello i suoi elettori su Facebook per conoscerne l’orientamento. “Visto il risultato delle elezioni, – scrive Pomante – cosa vorreste che facessimo, come lista "Finalmente Pomante", al ballottaggio?” Al di là dell’ufficialità di proposte e risposte di apparentamento, c’è l’elemento da non sottovalutare della rivoluzione di voto. Non è infatti escluso che i candidati delusi dal risultato personale del primo turno, o i traditi, o gli sconfitti, facciano sentire il proprio peso non votando o votando per il nemico di 15 giorni prima. Altro argomento che potrebbe impensierire, in questo caso Brucchi, è relativo all’effetto che sugli elettori produrrà la sconfitta e la scomparsa del centrodestra dal governo regionale. Un conto è votare pensando di far vincere il centrodestra a Regione e Comune, un conto è votare il centrodestra al Comune sapendo che ha già perso alla Regione. E i famosi "trombati", o comunque anche se eletti, i Consiglieri che sanno che andranno all’opposizione, saranno tanto motivati da affrontare una nuova campagna elettorale "solo" per far vincere Brucchi?