Delitto Mazza, per Bisceglia in appello arriva la condanna all'ergastolo

L’AQUILA – I giudici della Corte d’Assisse d’Appello dell’Aquila ha condannato all’ergastolo, con la pena accessoria dell’isolamento diurno per sei mesi, Romano Bisceglia, il teramano che nell’aprile del 2010 uccie e poi fece a pezzi Adele Mazza, teramana di 49 anni, sua ex convivente. I giudici aquilani hanno accolto la richiesta della procura generale che chiedeva l’inasprimento della condanna in primo grado a 30 anni: ritenendolo responsabile dell’omicidio volontario, la corte togata e popolare ha anche riconosciuto a suo carico l’aggravante dei motivi futili e abietti. La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio dopo una lunga camera di consiglio. Al processo di secondo grado si era giunti dopo il ricorso del pubblico ministero Stefano Giovagnoni, dopo la condanna a 30 anni pronunciata nel novembre scorso a Teramo. Per Bisceglia si trattava del secondo processo di primo grado perchè il precedente – in cui era stato condannato al carcere a vita – era stato annullato in Appello per un vizio procedurale sulla composizione della giuria popolare. La pubblica accusa – a cui si sono associate le parti civili rappresentate dagli avvocati Gennaro Lettieri e Renzo Di Sabatino – aveva chiesto per Bisceglia l’applicazione anche dell’aggravante della premeditazione, che assieme a quella dei motivi futili e abietti, era stata esclusa dai giudici di primi grado.