I dipendenti della Camera di Commercio scendono in piazza a Roma

TERAMO – Ci saranno anche 20 dipendenti della Camera di Commercio di Teramo alla manifestazione nazionale del 23 luglio, in piazza di Pietra a Roma, indetta dalla Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil contro lo smantellamento del sistema camerale. Alla giornata di protesta parteciperanno i lavoratori di tutte le Camere di Commercio italiane. L’iniziativa fa seguito alle mobilitazioni sul territorio e alla raccolta firme per chiedere la cancellazione dell’articolo 28 del decreto legge 90 con cui il governo Renzi ha previsto il taglio del 50% degli oneri camerali e, dunque, della principale fonte di sostentamento del sistema di servizi utile ad aziende (secondo una recente indagine di Confcommercio, oltre il 70% ritiene indispensabile questo sistema apprezzando la qualità dell’offerta). In Italia sono 181 le Camere di Commercio, 76 all’estero, per un totale di 7.546 dipendenti (dato 2012). Sessantanove sono le camere arbitrali, 105 quelle di conciliazione, 46 le borse merci e sale di contrattazione, 9 le borse immobiliari e 131 le aziende speciali. Il sistema camerale destina circa il 90% del volume delle proprie risorse al territorio (465 milioni) sotto forma di servizi alle imprese (promozione della competitività, internazionalizzazione, corretto funzionamento dei mercati), servizi di e-gov per facilitare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione e accesso al credito tramite i Confidi. “Questo è il mondo delle Camere di Commercio”, spiegano in una nota i dipendenti della Camera di Commercio di Teramo, “il sindacato ha le proposte necessarie per riformarlo senza penalizzare il nostro sistema di imprese: razionalizzando il sistema delle aziende speciali, snellendo i livelli, promuovendo sinergie e messa in comune di funzioni tra Unioni Regionali e Camere di commercio provinciali e soprattutto ridisegnando la rete dei servizi in funzione dell’innovazione produttiva e nel quadro del riassetto istituzionale e amministrativo del territorio. Spetta adesso al Parlamento modificare una simile stortura ed è questo che i lavoratori delle Camere di Commercio chiederanno in piazza il 23 luglio”.