Debiti della Ruzzo, le imprese chiedono risposte

TERAMO – Il mondo dell’imprenditoria teramana si scaglia contro la Ruzzo Reti e denuncia le inadempienze della società acquedottistica sul monitoraggio dei debiti e la cessione dei crediti certificati, in base a quanto previsto da due articoli del decreto-legge 66 di aprile e dalla successiva legge di conversione, la numero 89, del 23 giugno scorso. L’attacco arriva proprio a pochi giorni dall’approvazione del bilancio della Ruzzo e la notizia della riduzione dell’indebitamento da 95 a 87 milioni. La normativa nazionale prescrive alle pa – incluse le società in house – la registrazione al sistema della Pcc, la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti che consente alle imprese di chiedere appunto la certificazione dei propri crediti e poterli “tracciare” con operazioni di anticipazione, cessione a intermediari finanziari o compensandoli con altri debiti. “L’8 luglio scorso abbiamo scritto alla Ruzzo per sapere se l’ente avesse già dato seguito a questo provvedimento – ha spiegato questa mattina in conferenza stampa il presidente dell’Api Teramo, Alfonso Marcozzi – ma da allora non abbiamo ricevuto nessuna risposta”. “Perché questo silenzio?”, si chiede ancora Marcozzi, “su un’operazione così importante per tutti i creditori, ma anche per la stessa Ruzzo Reti che otterrebbe in questo modo una lunga dilazione, di trent’anni, nella riduzione dei propri debiti ricorrendo alla Cassa Depositi e Prestiti”. L’Api torna dunque a chiedere risposte alla società e al suo presidente Forlini: “la situazione delle imprese è drammatica – è il grido d’allarme del rappresentante di categoria – c’è bisogno di immettere liquidità nel sistema altrimenti domani ci alzeremo con altre dieci attività chiuse. E’ inconcepibile che ci siano questi ritardi e che i privati debbano pagare le inefficienze di questi ‘carrozzoni’”. A dar man forte alle richieste degli imprenditori teramani, il docente di Economia aziendale dell’Università di Pescara Andrea Ziruolo: “La certificazione riduce tra l’altro il rischio di insolvenza delle imprese grazie alla garanzia dello Stato sui crediti. Tra l’altro, in base alla legge di conversione, la Ruzzo avrà tempo 60 giorni, dunque fino al 21 agosto, per adeguarsi alla normativa e caricare i propri debiti nella banca dati”. Altra questione posta dal docente, quella dei limiti posti dalla legge di stabilità 2014 che stabilisce, dal prossimo anno, “l’obbligo per gli enti locali di caricare sui propri bilanci la copertura delle perdite delle società partecipate. Nel caso della Ruzzo – è la domanda di Ziruolo – mi chiedo se i Comuni potranno farlo. Credo ci sia la necessità di aprire adesso un tavolo con le imprese per dare risposte a chi, in questi anni, si è fatto carico del sistema dei servizi pubblici e oggi non ce la fa più”.