Lavori discarica La Torre, la Corte dei conti condanna l'ex prefetto Camerino

TERAMO – "Leggerezza di azione e noncuranza dell’interesse pubblico": è solo un passaggio della sentenza con cui i giudici della Corte dei conti dell’Aquila hanno condannato l’ex prefetto di Teramo, Francesco Camerino, un funzionario pubblico e tre professionisti, a risarcire lo Stato un milione di euro inutilmente spesi nei lavori di messa in sicurezza della discarica di contrada La Torre, decisi con la dichiarazione dello stato di emergenza, dopo il crollo del 2006. Ad interessare la magistratura contabile fu il sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, a margine dell’inchiesta con cui la procura teramana portò al processo, proprio per l’esecuzione di quei lavori, l’ingegnere collaudatore Siro Matani, condannato nell’ottobre 2013 a un anno e mezzo per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. I lavori di messa in sicurezza, finanziati con due milioni di euro dopo la nomina a commissario giudiziale del prefetto di allora, terminati nell’ottobre del 2008 e collaudati nel dicembre dello stesso anno, anche secondo la magistratura contabile furono eseguiti in modo difforme dal progetto esecutivo, per esclusiva scelta dei progettisti, senza l’adozione di alcuna perizia di variante e senza che, al momento del collaudo, si operasse per ovviare alle disfunzioni strutturali dell’impianto, emerse immediatamente dopo la consegna, così da determinare il fallimento integrale dell’impegno finanziario assunto. Il conto è presto fatto. L’ex prefetto Camerino, in qualità di commissario delegato dello stato di emergenza, dovrà risarcire 100mila euro, Maria Angela Mastropietro, responsabile del procedimento 150mila, gli ingegneri Roberto Di Giovanni e Carlo Taraschi, direttore dei lavori e il collaudatore finale Siro Matani, 250mila euro ciascuno.