Ruzzo Reti, Federconsumatori: «Troppe criticità con gli utenti, subito un tavolo di confronto»

TERAMO – Dopo il j’accuse lanciato due giorni alla Ruzzo Reti dall’Api per le inadempienze sulla certificazione dei debiti verso le imprese al territorio, oggi è la Federconsumatori ad attaccare di nuovo la società acquedottistica teramana. Nel mirino dell’associazione dei consumatori la mancata convocazione, a distanza di nove mesi dalla richiesta, di un tavolo di confronto sulle criticità della gestione del servizio idrico. La stessa richiesta è stata rivolta ad altre aziende abruzzesi ma "mentre l’Aca, la Gran Sasso Acqua e la Sasi hanno risposto all’appello – accusa il presidente Ernino D’Agostino – la Ruzzo Reti non ha ancora convocato l’incontro richiesto. A questo punto chiediamo venga immediatamente convocato ed esteso a tutte le associazioni di tutela dei consumatori presenti sul territorio provinciale”. Tre le questioni da porre al centro dell’incontro: “la revisione della Carta dei servizi per migliorare l’offerta all’utenza, la stipula di un protocollo d’intesa con le associazioni dei consumatori per la gestione dei contenziosi e le conciliazioni paritetiche” e, infine, “il diritto di informazione sui programmi dell’azienda con particolare riferimento agli investimenti, alla prevenzione delle emergenze idriche e alla determinazione delle tariffe”. Ma a rendere ancora più urgente il tavolo è il “riscontro ormai quotidiano dei cittadini che si rivolgono alle nostre sedi per segnalare le disattivazioni per morosità in assenza delle procedure di legge per l’interruzione di un servizio essenziale, o le difficoltà ad accedere a forme di rateizzazione dei debiti per gli utenti che si trovano in condizioni di grave disagio economico”. Altre criticità riguardano le “richieste di recupero di debiti pregressi come nel caso della località Padula di Cortino e le mancate risposte agli utenti che da anni chiedono di togliere dalla bolletta la quota relativa alla depurazione in zone nelle quali gli impianti non esistono o non funzionano (in attuazione di una sentenza della Corte di Cassazione e di un conseguente Decreto del Ministero dell’Ambiente)”.