Gli anziani teramani sono i più poveri d'Abruzzo

TERAMO – Gli anziani teramani sono i più poveri d’Abruzzo. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dallo Spi-Cgil che denuncia preoccupazione per le condizioni socio-economiche della popolazione anziana, «spesso fortemente condizionate – sostiene il segretario provinciale, Giuseppe Oleandro – sia dai livelli reddituali più bassi della Regione che dai livelli qualitativi e quantitativi dell’offerta dei servizi socio-sanitari». L’importo medio di 631 euro mensili della oltre 98mila pensioni teramane, è il più basso d’Abruzzo (Chieti 641 euro, L’Aquila 681, Pescara 696). Pietracamela guida la classifica degli importi più alti, con 824 euro, mentre quella dei più bassi, con 497 euro, è appannaggio di Bisenti. L’86 per cento delle 98mila pensioni, cioè oltre 85mila, non supera la soglia dei 1.000 euro lordi. Poco più di 11mila assegni – l’11% -, sono compresi tra i 1.000 e i 2.000 euro lordi mensili, mentre 57 assegni superano la fascia dei 5.000 euro lordi mensili.

Pensioni più basse alle donne. Le pensioni delle donne, che rappresentano il 59% del totale, hanno un importo medio mensile pari al 62% di quello percepito dai pensionati uomini: 492 euro delle donne rispetto ai circa 800 euro degli uomini. Questo perchè le donne sono discriminate nei posti di lavoro e hanno spesso lavorato con stipendi più bassi. Infatti le donne titolari di pensioni di vecchiaia non solo sono meno numerose degli uomini (22.090 contro 24.858 uomini), ma il valore medio mensile dei loro assegni è di 583 euro, a fronte dei 1.036 euro percepiti dagli uomini. Questo significa che una pensione di vecchiaia declinata al femminile vale mediamente il 46% in meno di un assegno erogato a un ex lavoratore. In questa speciale graduatoria molte più donne, rispetto agli uomini, percepiscono assegni di basso valore economico come le pensioni sociali e quelle per superstite (reversibilità). Nel primo caso su 5.256 assegni sociali erogati in provincia di Teramo (importo medio 385 euro mensili) il 65% vengono percepiti da donne. Per quanto riguarda le pensioni di reversibilità erogate dall’Inps di Teramo (19.366) circa 17.000 sono "rosa" e valgono mediamente 464 euro al mese. La fotografia che emerge dai numeri elaborati dal sindacato dei pensionati della Cgil di Teramo, racconta di una realtà nella quale, al maschile come al femminile, i pensionati teramani si trovano a vivere in condizione di estrema fragilità economica.

I numeri della ‘vecchiaia’. Dei quasi 285mila ultra 65enni abruzzesi, circa 65mila risiedono nella provincia di Teramo e rappresentano il 21,03% della popolazione totale provinciale; fra loro ci sono circa 36mila donne (56,39%) e 28mila uomini (43,61%). Il Comune con l’incidenza di anziani più bassa è Castelli, dove gli ultra 65enni rappresentano il 15,37%, mentre quello con la percentuale più alta è Colledara, con circa il 40% della popolazione. Nel Teramano sono 20.520 gli anziani con più di 80 anni, ovvero il 6,6% della popolazione totale. Nella speciale classifica dell’incidenza degli ultra 80enni sul totale della popolazione con più di 65 anni spiccano Pietracamela (dove gli over 80 sono il 56,5%), Bisenti (50,7%) e Valle Castellana (44,4%). A Teramo gli ultra 80enni sono 3.792 (32%) e 79 di essi hanno 100 anni  e 21 hanno superato questa quota; 7 sono a Roseto, 5 a Giulianova e 4 a Campli.

Le richieste dello Spi-Cgil. Anche per questo lo Spi di Teramo, insieme a tutta la Cgil, chiede alla giunta regionale di non sottovalutare il potenziale degli investimenti economici derivanti dall’accordo di partenariato per i Fondi europei 2014-2020 segnatamente all’obiettivo 9) riguardante la promozione dell’inclusione sociale e la lotta alla povertà. "Ci attendiamo pertanto – conclude Oleandro – una programmazione in discontinuita’ con quanto successo in passato, vincolata esclusivamente ai bisogni delle persone e dei contesti in cui essi vivono".