TERAMO – Anche il capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio Regionale, Giorgio D’Ignazio, si schiera contro l’ipotesi chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Atri. Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Pd, Luciano Monticelli, aveva chiesto al governatore Luciano D’Alfonso e all’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, un’ulteriore riflessione sullo stop del punto nascita del San Liberatore di Atri. Oggi interviene D’Ignazio: “Non si possono sacrificare servizi fondamentali per i cittadini in un’ottica di contenimento dei costi – queste le dichiarazioni del capogruppo Ncd – basandosi esclusivamente su rilevazioni statistiche senza realizzare un’attenta e lungimirante valutazione dei benefici offerti". Il servizio è a rischio perché non rientrerebbe nei limiti previsti dal tavolo di concertazione nazionale, in base al quale, per uscire dal commissariamento l’Abruzzo dovrà razionalizzare i punti nascita negli ospedali che non superano i 500 nati l’anno. E Atri, per dieci nascite, non supererebbe lo sbarramento."In questa valutazione – taglia corto D’Ignazio – sono del tutto trascurate la sua rilevanza e utilità sociale. Intendo impegnarmi e sostenere la causa del San Liberatore proprio mettendo in rilievo il valore aggiunto che fornisce ad Atri ed al territorio limitrofo”.
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