1984: tre morti in un solo giorno. E nel Teramo calcio interviene il tribunale

TERAMO – Cosa accadeva a Teramo e in Abruzzo? Leggiamo i giornali del 17 agosto di 40 e di 30 anni.

Era il 17 agosto 1974…
Una intera famiglia distrutta in un incidente verificatosi nei pressi di Roccamorice: tre morti e due feriti gravissimi fu il bilancio del sinistro sulla strada di montagna. A Teramo, conquisa grande eco mediatica il salvataggio di una 34enne che voleva buttarsi dal ponte San Ferdinando, salvata dall’intervento provvidenziale di un maresciallo dei carabinieri del comando teramano. 
Assunzioni bloccate alla Asl di Giulianova. E’ polemica all’ospedale di Giulianova per la bocciatura da parte del Comitato di controllo, della delibera del presidente della struttura giuliese, avvocato Di Pietrangelo, con cui i assume personale estivo. I sindacati insorgono.
Isola, Ciarelli nuovo sindaco. 
Il geometra democristiano Tito Ciarelli sostituisce il repubblicano Luciano Ricci alla guida del comune di Isola del Gran Sasso. Ricci era stato costretto alle dimissioni dopo la crisi di giunta per l’uscita di due assessori socialdemocratici e del vicesindaco eletto con lista dell’allora Psiup. Ciarelli viene eletto con il voto di 8 consiglieri Dc, due socialdemocratici e di un ex Psiup. Astenuti in tre, tre comunisti e un ‘civico’ contrari.

Era il 17 agosto 1984…
ll dopo Ferragosto di 30 anni fa porta lutti: a Mosciano un operaio di 45 snni muore schiacciato da un carrello alla Metallurgica Abruzzese, a Teramo muore una bimba giuliese di 3 anni investita 18 giorni prima ad Alba Adriatica in viale della Vittoria; un turista milanese muore invece folgorato nel campeggio Lido Azzurro al Borsacchio di Roseto.
Sport: caos nel Teramo calcio, il tribunale ordina il sequestro preventivo.
Il giudice del tribunale di Teramo autorizza il sequestro delle competenze della società di via Delfico presso la Lega di Serie C a Firenze. L’istanza è dell’avvocato Gianni Gebbia, che rappresenta l’ex vicepresidente Raffaele Di Giovanni ed altri 9 consiglieri nella vicenda della fidejussione di 130 milioni di lire sottoscritta a suo tempo dai vecchi dirigenti. La vicenda si trascina dal 1979 quando i nuovi soci (Ercole De Berardis, Piero Chiodi, Quintino Stanchieri, Umberto Diodoro, Alfredo Rabbi) erano subentrati ai vecchi (Raffaele Di Giovanni, Lino Filipponi, Gaspare Benvenuto, Francesco Bergamante, Stefano Ciarbonetti, Francesco Lombardi, Andrea Di Sabatino, Umberto Adamoli, Carmine Pedicone e Guerino D’Angelo).