Barricato in casa con fucili e una pistola, minaccia le forze dell'ordine

ATRI – E’ barricato in casa, o meglio in una taverna-bunker, da oggi pomeriggio e dopo aver minacciato i genitori adesso tiene in scacco le forze dell’ordine che fuori della sua abitazione cercano di convincerlo a uscire e farsi assistere da un medico. Ma soprattutto vogliono convincerlo a non usare le armi. Sì perchè G.C., 47enne di Atri, ha con sè una decina di fucili e una pistola semiautomatica. Li detiene perchè è un cacciatore e ha un regolare posto d’armi, nonostante alla questo suo gesto sia da squilibrato. Fino a oggi nessuna avvisaglia, nessun segnale di qualcosa che potesse metterlo in questa condizione ‘psichiatrica’. Secondo una prima ricostruzione, nel pomeriggio di oggi l’uomo, che abita in casa rurale nelle campagne tra Atri e Silvi, in contrada Montagnola, lungo la statale per Silvi, assieme ai genitori e una sorella, avrebbe litigato con il padre e la madre e avrebbe dato in escandescenza. All’improvviso ha lasciato l’appartamento al piano superiore, dove sono i famigliari, e si è barricato al piano di sotto dove c’è una taverna dove spesso si rinchiude e che è accessibile soltanto da una ripida e stretta scalinata. Non vuole vedre e parlare con nessuno, anzi invita spesso tutti i presenti all’esterno ad andare via, altrimenti non uscirà più da quella ‘tana’. Il suo timore è quello di essere portato in ospedale. E il timore di chi sta conducendo la trattativa con lui, è quello che compia gesti di autolesionismo. Da ore il sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, il questore di Teramo, Giovanni Febbo e con loro gli agenti di polizia della squadra mobile di Teramo e della squadra volante del commissariato di Atri, stanno cercando di convincerlo a uscire lasciando da parte le pericolose armi che ha con sè. Sul posto ci sono anche i sanitari del 118 con un’ambulanza pronti per ogni evenienza. E’ però difficile che la trattativa vada a buon fine prima dell’alba: non è escluso che sia necessario anche l’intervento dei Nocs della polizia per evitare che si faccia del male.