Crisi: per l'Abruzzo la ripresa è lontana, è emergenza lavoro

TERAMO – "In Abruzzo è emergenza lavoro e nel terzo trimestre di quest’anno la perdita di posti si concentra sul settore terziario. Non ci aspettavamo dei dati così negativi. Nel 2015, probabilmente, ci sarà un lieve miglioramento, ma pur sempre in una fase di stagnazione". A fare il punto della situazione sull’economia abruzzese e sulla crisi che non sembra allentare la sua morsa, è l’economista Giuseppe Mauro. Ad aggiungersi alla lunga lista dei comparti in crisi, con le ultime notizie relative ai licenziamenti, è ora la grande distribuzione. Se ormai da anni si parla di imprese che licenziano e di negozi che chiudono, la drammatica congiuntura ora fa infatti sentire i suoi effetti anche su un settore che, probabilmente, aveva retto meglio di altri: la grande distribuzione. Basti pensare che da martedì scorso al Bricocenter di Città Sant’Angelo (Pescara) – una delle zone della regione con la più alta concentrazione di centri commerciali – lavorano 12 persone in meno su un totale di 32 dipendenti. L’azienda, infatti, nelle scorse settimane aveva annunciato i licenziamenti e in 12 hanno deciso di lasciare il posto volontariamente, finendo in mobilità per tre anni, assicurandosi anche dodici mensilità nette più il preavviso di licenziamento. Per Davide Frigelli, segretario provinciale della Fisascat Cisl, sindacato che ha seguito la vicenda, "la soluzione è tutt’altro che positiva: trovare la volontarietà da parte di 12 lavoratori su 32 vuol dire che c’è un totale senso di insicurezza, sono stati spinti dalla disperazione. Sconforto, timore, paura del futuro". Dopo Bricocenter è arrivato anche l’annuncio dell’esubero di 55 lavoratori, su un totale di 247 dipendenti, da parte della società che gestisce l’ipermercato ‘Iper, la grande I’, sempre a Città Sant’Angelo, all’interno del Centro commerciale ‘Pescara Nord’, il più grande della provincia. L’annuncio è arrivato alla vigilia della scadenza dei tre anni di solidarietà, che si concluderanno il 31 dicembre, nonostante in tale periodo siano fuoriusciti 27 lavoratori. Una soluzione, quella dell’esubero di 55 persone, definita "improponibile" dai sindacati del settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Non si preannunciano licenziamenti, ma di certo non c’è una situazione facile neanche a ‘Mondo Convenienza’, sempre nel centro angolano. Domenica scorsa i lavoratori hanno scioperato per protestare contro la "scorretta gestione dei turni" e "numerose infrazioni del contratto". Nel giorno dello sciopero l’azienda ha fatto arrivare parte dello staff di un altro punto vendita, tanto che la Fisascat-Cisl ha presentato una denuncia ai Carabinieri, parlando di "un’azione gravissima, la più sbagliata e deplorevole che si potesse fare". "L’aspetto negativo che emerge dalla situazione economica – riprende Mauro – è il crollo dell’occupazione. Rispetto al periodo pre-crisi la perdita di posti di lavoro tocca le 50mila unità e per una regione piccola è un numero altissimo. Il fatto che induce a riflettere è che, in termini percentuali, questo dato supera la pur grave situazione del Paese. In Abruzzo c’è un vero e proprio crollo della domanda interna". Dello stesso avviso è il segretario regionale della Uil, Roberto Campo, secondo cui "è giusto avere un atteggiamento molto preoccupato. Il tessuto – osserva il sindacalista – è molto indebolito e il problema principale è il consumo interno, che è fermo. I dati sull’export non sono negativi, ma le esportazioni, in un Paese avanzato, rappresentano un quinto dell’economia. Nella nostra ragione c’è una distanza netta tra poche grandi aziende che esportano e tante piccole realtà che sono frammentate e non sono internazionalizzate, prendendo, quindi, botte da orbi. Se non troviamo il modo di rilanciare il mercato interno, e cioè ridare potere d’acquisto ed effettuare investimenti – conclude Campo – la situazione non può migliorare".