La forestale arresta due bracconieri 'storici' del Parco d'Abruzzo

L’AQUILA – Decapitata, con due arresti del Corpo Forestale dello Stato, una banda di bracconieri che operava all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I due bracconieri ‘storici’ sono stati colti sul fatto in località San Sebastiano del comune di Bisegna, in provincia dell’Aquila. Uno ha tentato la fuga. Nelle perquisizioni domiciliari sono state sequestrate carabine, pistole, munizioni, armi da punta e da taglio, trofei, fauna imbalsamata, parti di cinghiale congelato. I reati  contestati vanno dall’esercizio di attività venatoria in area protetta, alla detenzione e utilizzo di arma con matricola abrasa. I due bracconieri considerati a capo dell’organizzazione che opera nel Pnalm erano sotto sorveglianza da tempo perché notoriamente dediti alla caccia di frodo e con precedenti penali specifici. Ora, su disposizione della Procura di Avezzano, sono agli arresti domiciliari. Al momento del bliz uno dei due è scappato dileguandosi nella fitta vegetazione ma inseguito dai Forestali è stato bloccato. L’altro, che impugnava una carabina con matricola abrasa, dotata di un sistema ottico professionale, vistosi circondato si è fermato all’alt. L’attività di intelligence è stata svolta dai Forestali del Comando Provinciale dell’Aquila e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Pescasseroli (struttura del CFS che si occupa anche della sorveglianza all’interno dell’area Parco). Il Corpo Forestale dello Stato ritiene che ora l’organizzazione che faceva riferimento ai due arrestati sia senza punti di riferimento e non esclude che ci possano essere successivi sviluppi investigativi. oltre a seguire con assiduità gli spostamenti sul territorio dei due soggetti, hanno cercato di comprendere le dinamiche e le logiche sottese alle complesse movimentazioni e frequentazioni dei vertici dell’organizzazione.