I fisioterapisti contro la Cisl: «Siamo competitivi perché non abbiamo intermediari»

TERAMO – «Nessun tentativo di condizionamento. Le norme per la razionalizzazione del sistema sanitario consentono che sia l’associazione italiana dei fisioterapisti a indicare alla Asl come organizzare un servizio di assistenza domiciliare integrata e non certamente il sindacato. Ecco perché la nostra associazione cerca di dare il proprio contributo costruttivo e disinteressato per ottimizzare la spesa sanitaria nella nostra regione». Così in una nota, il raggruppamento di fisioterapisti in polemica sull’aggiudicazione del servizio replica alla Cisl che aveva accusato gli operatori di ribassi di gara sospetti e cifre sottodimensionate a discapito della sicurezza dei lavoratori e della qualità offerta ai pazienti. I fisioterapisti accusano ancora il sindacato di arroccamento a uno status quo del settore che vede premiare sempre le cooperative nella gestione dell’Assistenza Domiciliare “come se queste fossero l’unica garanzia di qualità dei servizi offerti”. «I fisioterapisti liberi professionisti – spiega il portavoce Alfredo Caccioni – offrono prestazioni di qualità almeno quanto quelli delle cooperative e la loro offerta è più bassa del 25%, non del 30% come dice il sindacato, unicamente perché frutto di una convenzione diretta tra Asl che paga la prestazione e fisioterapista che la esegue senza alcuna forma di intermediazione o di sub-appalto». Il segretario regionale dell’Associazione italiana Fisioterapisti, Picchini Ginesio, difende il modello organizzativo proposto dal raggruppamento in sede di gara (poi aggiudicata a un’altra cooperativa): «un modello competitivo che stenta a farsi largo in Italia a causa di evidenti interessi di natura imprenditoriale e sindacale, e che va oltre lo stallo attuale perché non prevede alcun contratto per le professioni sanitarie impegnate nella sanità territoriale ed è questo forse il vero motivo della dura presa di posizione sindacale sulla questione. Sindacato e associazione hanno due modi totalmente diversi di intendere la gestione sanitaria del territorio: «la prima anacronistica e speculativa basata sempre e comunque sull’interesse e sul lucro di qualcuno, l’altra innovativa, trasparente, economica e risolutiva dei problemi che attanagliano la sanità in generale a partire dal contenimento dei costi e dall’abbattimento delle liste d’attesa.«Che sia la politica a prendere posizione- conclude il segretario dell’associozione – sempre che ne abbia la forza, o che lo voglia veramente, nell’esclusivo e supremo interesse delle persone assistite e dei contribuenti che pagano le tasse».