TERAMO – Il saluto di Eva e Gaia al loro papà è stata l’essenza della vita di Pino Sabbatini. Lo struggente messaggio di addio delle due adolescenti figlie della guida alpina, ha commosso una chiesa che non aveva più spazio per contenere chi ha voluto salutare per l’ultima volta «l’angelo sopra le rocce», un giovane padre e marito strappato alla vita dal suo lavoro e dalla sua passione. Su quella montagna adesso volerà ancora più in alto, perchè «Pino non è qui… è oltre…» ha detto don Aldino nella sua omelia. Il Duomo è stato chiuso a un certo punto, perchè non c’era più possibilità di entrare per assistere ai funerali del capo delegazione di Teramo del Corpo Nazionale di soccorso alpino. Il suo feretro, portata a spalla dai colleghi soccorritori, è stato offerto all’abbraccio di una piazza Orsini muta, attonita, in cui l’unico anelito di vita è sembrato essere il pianto straziante della madre Pina, che ha reso difficile il distacco dall’adorato figlio. Il dolore dignitoso di Mariella De Paulis, la moglie, e delle giovani figlie, è stato confortato da un oceano di amici, colleghi di lavoro, conoscenti, cittadini che hanno voluto salutare un uomo che ha fatto della solidarietà e della generosità la sua missione di vita. Le tante tute colorate verdi, gialle e rosse del Cnsas, le guide alpine, i maestri di sci, i vigili del fuoco e la divise verdi del Corpo Forestale. Anche il sindaco Brucchi e il comandante della Forestale, Mancini, hanno reso omaggio alla vittima della montagna e alla famiglia, prima della partenza del feretro che ha fatto ritorno in ospedale. Qui, dopo i prelievi del Dna, la salma resterà fino a venerdì quando è previsto il trasferimento a Perugia, per le procedure di cremazione, secondo il volere di Pino che voleva anche restare vicino alla sua montagna. E così sarà.
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