Qualità della vita: balzo in avanti per la provincia di Teramo, prima tra le abruzzesi e unica eccezione al Sud

TERAMO – Dall’ambiente al lavoro, passando per criminalità, tempo libero e salute, quel che emerge dalla 16esima edizione dell’indagine sulla ‘Qualità della vita 2014’ condotta dall’università La Sapienza di Roma per Italia Oggi è che a Teramo si vive meglio rispetto al 2013 (in foto la classifica). La nostra provincia sale infatti dalla 61esima posizione alla 27esima su una classifica di 110 provinceitaliane classificate in base alla qualità della vita secondo l’annuale studio. L’indagine divide i territori in quattro gruppi (qualità della vita buona, accettabile, scarsa e insufficiente) in base alle posizioni ottenute in classifica dalla quale emerge che Teramo è passata da una qualità della vita scarsa, a una qualità della vita “accettabile” prima sulla altre abruzzesi. Teramo segue infatti L’Aquila (56esima posizione), Chieti (74 esima posizione) e Pescara fanalino di coda (93esima posizione). Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014 e il risultato è rilevante perché il primato arriva a compiere cinque anni. Carbonia-Iglesias, di contro, si piazza in fondo ma con connotazioni diverse rispetto rispetto alle altre province d’Italia che negli anni passati si sono posizionate più in basso. Solitamente, infatti, queste presentavano situazioni molto gravi per lavoro, ambiente, servizi finanziari e tempo libero mentre per disagio sociale e popolazione di norma mostravano performance migliori rispetto alla media nazionale. Dall’indagine il nord non appare tutto uguale. Ce n’è uno dove le dimensioni medio-piccole dei centri si accompagnano a livelli di qualità della vita elevati e stabili nel tempo. Poi ce n’è un altro fatto di centri urbani medio-grandi  che, al contrario del primo, fatica a raggiungere e mantenere posizioni di eccellenza. Nel Mezzogiorno d’Italia la qualità della vita è insufficiente e non accenna a migliorare. Cinque anni fa l’indagine aveva individuato un gruppo di province del sud geograficamente contigue, in cui la qualità della vita risultava superiore a quella delle altre dislocate nell’Italia meridionale e insulare. Nel gruppo c’erano Campobasso, Foggia, Bari, Potenza e Matera. Ma dallo scorso anno non solo si è dissolto: accade infatti che l’area del disagio trascina anche le province della Basilicata. L’unica eccezione alla regola è rappresentata propria dalla provincia di Teramo, al 27esimo posto, caratterizzata da una qualità della vita accettabile.