Smaltimento rifiuti, indagato per corruzione anche il sindaco di Chieti

TERAMO – Una maxi-operazione della Guardia Forestale è in corso dall’alba a Chieti e Pescara. Cinque misure cautelari, 18 avvisi di garanzia, sequestri per equivalente di 3 milioni di euro e sequestrati oltre 400 mila metri cubi di materiale. Sono questi i primi risultati di un’indagine diretta dalla Direzione distrettuale antimafia de L’Aquila che riguardano i reati come il traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva. Quattro imprenditori ai domiciliari ed una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese. Nell’operazione sono stati impegnati 100 forestali, 30 pattuglie operative e un elicottero. Per i dettagli dell’indagine denominata ‘Terre d’orò e condotta dal Comando provinciale di Pescara del Cfs è stata convocata una conferenza stampa a L’Aquila presso il Comando regionale abruzzese del Corpo. Anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, alla guida da 5 anni nella giunta di centrodestra, è indagato per corruzione in un fascicolo stralcio dell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti condotta dal Corpo forestale che ha già recapitato 4 arresti ai domiciliari. La squadra mobile di Pescara sta effettuando perquisizioni sia nel comune di Chieti che nell’abitazione del sindaco. Di Primio è indagato per la parte collegata al cosiddetto ‘Megalò 3’, cioè un progetto di sviluppo del grande centro commerciale di Chieti Scalo.

Gli indagati oltre al sindaco. Insieme al sindaco di Chieti Umberto Di Primio nello stesso filone di inchiesta della direzione distrettuale antimafia risultano indagati Michele Colistro, dirigente dell’autorità di bacino regionale. Nelle 16 pagine del capo di imputazione risultano due reati a carico, traffico illecito di rifiuti e corruzione. Al momento sono in corso sequestri e perquisizioni in varie località Roma, Napoli, L’Aquila, Montesilvano, Francavilla, in sedi aziendali, uffici pubblici e privati, abitazioni. L’inchiesta è condotta dai Pm aquilani David Mancini e Fabio Picuti. Secondo una prima ricostruzione il filone chietino dell’inchiesta stralcio rispetto all’indagine madre del Corpo Forestale dello Stato riguarderebbe lo sversamento di oltre 93 mila metri cubi scavati nel vecchio cantiere Ikea di San Giovanni Teatino nell’area golenale del previsto progetto Megalò 3. Le gravi modifiche della quota livello dell’area di esondazione del fiume Pescara erano state oggetto di numerosi esposti di associazioni ambientalistiche e forze politiche, con l’intervento diretto del Genio Civile. Le ipotesi di reato di corruzione per Colistro e Di Primio riguarderebbero interventi per oltrepassare gli ostacoli intercorsi alla realizzazione del progetto.

I nomi degli indagati. Sono di concorso in creazione di discariche abusive e traffico illecito di rifiuti le accuse a vario titolo per i 18 indagati nell’inchiesta giudiziaria condotta dal Corpo forestale dello Stato che ha scoperto un traffico illecito di terre di scavo irregolari, che vanno smaltite come i rifiuti. Gli arrestati ai domiciliari sono Filippo Colanzi, 49 anni, di Chieti; Carmen Pinti, 46, di Bucchianico (Chieti); Gianluca Milillo, 42, di Sulmona (L’Aquila); Massimiliano Di Cintio, 41, di Pescara. La misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare determinate attività imprenditoriali è stata applicata nei confronti di Emanuele Colanzi, 25, di Guardiagrele (Chieti). Gli altri indagati sono Bruno Maria Bazzoni, 68, di Darfo Boario Terme (Brescia); Giuliano Garavelli, 55, di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena); Alberto Voltolina, 42, di Chioggia (Verona); Antonio Di Muzio, 51, di Chieti; Remo Alessandro Ghignone, 73, di Milano; Vera D’Agostino, 55, di Moscufo (Pescara); Enzo Perilli, 48, di Atri (Teramo); Carmine Rapani, 65, di Giulianova (Teramo); Carla Rubino, 65, di Foggia; Luigi Renzitti, 64, di Penna Sant’Andrea (Teramo); Ernano Natale, 64, di Montesilvano (Pescara); Osvaldo Amico, 47, di Alessano (Lecce); Doriana Buccarello, 44, di Basilea (Svizzera).

La solidarietà di Tancredi. «Esprimo la mia solidarieta’ al sindaco di Chieti Umberto Di Primio per la vicenda nella quale risulta indagato. La giustizia farà il proprio corso e la magistratura dimostrerà se ci sono o meno colpe. Sono sicuro che il sindaco, come ha lui stesso affermato, riuscirà a dimostrare di aver agito nel rispetto della legge". A dirlo è Paolo Tancredi, deputato teramano del Nuovo Centrodestra.