«Produrre, investire e non spendere fuori Teramo»

TERAMO – “Entro qualche settimana noi arancioni consegneremo all’Amministrazione e alla stampa un dossier con diverse soluzioni per Teramo, mettendo a disposizione le valutazioni e la professionalità di tutti i cittadini che, disinteressatamente, hanno compreso il valore del civismo e ci stanno aiutando con proposte e progetti”. Prende posizione così il Consigliere comunale di Teramo Gianluca Pomante sulla crisi che di fatto si è aperta in Comune  e dice:”Agli amministratori lasceremo il compito di far tesoro dei suggerimenti o di prendersi la responsabilità di continuare a navigare a vista fino al prossimo scempio”.  L’analisi dell’arancione Pomante elenca le cadute teramane e ne profetizza altre:” Teramo sta cadendo a pezzi. Nei prossimi anni non andrà meglio, perché con la Provincia perderemo tutti gli altri enti a carattere provinciale (Questura, Prefettura, Comando provinciale dei Carabinieri, Camera di Commercio, Direzioni Generali Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, ecc.) ed il loro indotto, con pesanti ripercussioni sull’economia e con conseguente progressiva decrescita”.  “Occorre un’inversione di tendenza, una crescita culturale e sociale – sostiene Pomante –  contrapposta ad una decrescita economica, attraverso un ritorno al passato e ad una coesione, intraprendenza, reattività di cui Teramo non sembra oggi essere capace (e che questa Amministrazione non sembra in grado di sollecitare)”. Per il Consigliere comunale “Aumentare le tasse è inutile se non si lavora per attrarre investimenti e produrre ricchezza. Organizzare eventi è inutile se manca il flusso di visitatori (e di denaro) necessario per risollevare l’economia. Pretendere l’impegno dei privati è inutile se con il patrimonio pubblico e gli interventi pubblici non si creano le condizioni per la competitività delle imprese sul mercato. Se nessuno investe su Teramo, compra prodotti teramani, acquista o affitta case teramane, retribuisce servizi o lavoratori teramani, portando nuova ricchezza a Teramo, le risorse saranno sempre meno”.  Oltre a puntuali analisi su Team (“imbarca acqua” e dunque non può che cambiare rotta) e produttività teramana (male l’industria, tiene l’artigianato locale e dunque bisogna ripensare l’intero sistema) Pomante propone il suo punto di vista (e anche qui propone) sulla manifestazione di Capodanno:” E’ stato un flop non per la mancanza di partecipazione (che era prevedibile, viste le condizioni del tempo e delle strade) ma perché, come negli anni passati, era un Capodanno riservato ai Teramani, che porta a circolare sempre la stessa quantità di ricchezza e che produce un’emorragia verso altre economie. Oggi Teramo è più povera di 38.000 Euro senza averne tratto alcun vantaggio, così come accaduto negli anni precedenti. Ecco perché gli eventi devono essere organizzati con talenti teramani, pubblicizzandoli nelle regioni circostanti, magari facendo leva su un concorso d’idee e sui social media”.