Multe all'Università di Teramo: il Rettore non sarà il solo a pagare

TERAMO – Cinquantamila euro per cambiare. Il Rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, si dice pronto a pagare personalmente e subito i 50mila euro di multe da saldare da parte dell’Università di Teramo per inadempienze relative alle strutture che sono state chiuse, diventano un’occasione per rivendicare il diritto-dovere al cambiamento. Anche il deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli, infatti, si dichiara disponibile a collaborare concretamente all’estinzione del debito, purchè non si arresti il cambiamento a cui il Rettore D’Amico ha dato corso e per cui, peraltro, sarebbe diventato oggetto di esposti che stanno producendo gli effetti che vediamo. “Mi unisco al Senato accademico e al Cda dell’università di Teramo nell’esprimere tutta la mia solidarietà e il mio totale appoggio al rettore Luciano D’Amico sulla vicenda delle multe che si trova a pagare per alcuni problemi di sicurezza in immobili dell’ateneo – oggi chiusi tra l’altro – problemi sicuramente datati e legati a situazioni da lui ereditate delle quali non ha alcuna colpa. Sono disponibile a contribuire economicamente al pagamento delle multe insieme a lui, è il mio modo per dimostrargli vicinanza e per ringraziarlo del cambiamento che è stato in grado di realizzare all’università, purtroppo questo è il prezzo da pagare”.  E’ quanto dichiara l’onorevole Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Scelta Civica in merito alla vicenda delle multe all’università di Teramo riportate oggi sulla stampa.  “Sono certo che le autorità abbiano fatto solo il loro dovere nell’accertare quello che qualcuno ha segnalato con esposti il cui scopo non era tutelare l’ateneo ma piuttosto ostacolare il cambiamento e conservare privilegi e posizioni assunte. La verità è che il rettore sta pagando il prezzo di aver voluto innovare e far fare un salto di qualità all’ateneo, molti amministratori pubblici dovrebbero prendere esempio dalla sua azione e dalla sua assunzione di responsabilità nell’interesse esclusivo della collettività. Purtroppo c’è chi non accetta il cambiamento e continua a preferire l’immobilismo, sicuramente più comodo e meno dispendioso di energie, e lo fa magari utilizzando degli esposti pretestuosi e del tutto privi di sostanza. La resistenza e l’egoismo di alcune persone al cambiamento e all’innovazione sono i veri mali dell’Italia e vanno combattuti a tutti i livelli”.