A caccia delle cause del crash. il superstite non parla, mercoledì l'autopsia sulla vittima

TERAMO – È un’inchiesta che al momento si sta muovendo tra acquisizione di atti e l’audizione dei primi testimoni, quella aperta dal pm Stefano Giovagnoni sull’incidente aereo che ieri pomeriggio è costato la vita a Marco Ricci, 47 anni di Siena, morto dopo essere precipitato nelle acque antistanti lo chalet Lato Sud a Tortoreto in seguito ad uno scontro con un altro velivolo della pattuglia acrobatica. Tra ieri pomeriggio e questa mattina gli investigatori hanno già ascoltato alcuni responsabili dell’organizzazione dell’evento, sospeso dopo la tragedia, ed anche gli altri due piloti del team Qbr di Sassuolo che si erano esibiti qualche istante prima e che hanno potuto relazionare solo sulle procedure di volo, in quanto al momento dello scontro si trovavano in una posizione diametralmente opposta a quella dei colleghi. Nessuna informazione, invece, almeno per il momento, è arrivata da Luigi Wilmo Franceschetti, il collega di Ricci rimasto miracolosamente illeso e che è attualmente indagato per omicidio colposo e disastro aviatorio e che questa mattina, ancora provato, ha preferito non parlare. Un atto dovuto, quello della Procura, che lo ha iscritto nel registro degli indagati per consentirgli di nominare dei periti di parte in vista degli accertamenti tecnici irripetibili quali l’autopsia sul corpo della vittima, fissata per mercoledì, e quelli sui due velivoli rimasti coinvolti nello scontro mortale. Accertamenti che dovranno chiarire sia la causa del decesso di Ricci, che da una prima ricognizione sembrerebbe dovuta ad annegamento, sia le cause dell’incidente e le eventuali responsabilità.  Al momento l’ipotesi maggiormente accreditata sarebbe quella di un errore umano, ma per investigatori ed inquirenti è ancora presto per delineare un quadro di quanto accaduto. Le prime risposte potrebbero arrivare dalle verifiche sui due velivoli, uno dei quali già recuperato, che saranno effettuate sia dal consulente della Procura sia da quello dell’agenzia nazionale per la sicurezza del volo, la cui inchiesta corre parallela a quella penale. Al momento, comunque, il pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, ha già disposto l’acquisizione di tutta una serie di documenti relativi ai due velivoli, di filmati, foto e riprese effettuati sul luogo dell’incidente, di atti e documenti volti ad accertare l’idoneità al volo dei due piloti ed eventuali problemi di salute dei due quarantenni. Tutto con l’obiettivo di fare chiarezza su quanto accaduto in quei drammatici istanti. Tra i video di cui è stata disposta l’acquisizione anche quelli delle microcamere montate sui due veicoli. A condurre le indagini la Capitaneria di porto in collaborazione con la Questura di Teramo e i Carabinieri di Alba Adriatica.