TERAMO – La Salute vien mangiando", campagna di sensibilizzazione per un’alimentazione sana ecosostenibile e solidalerealizzata in 10 scuole della provincia di Teramo con 500 studenti raggiunti e realizzato dalla Asl di Teramo, in collaborazione con il Gal Appennino Teramano, l’ assessorato regionale alle Politiche agricole, l’Università degli studi di Teramo, lo Slow Food e la Camera di Commercio, si è concluso con un convegno. L’occasione è stata utile anche per tornare a riflettere su alcuni dati del Centro regionale di Auxologia e Nutrizione Pediatrica di Atri, di cui è responsabile il dottor Mario Di Pietro e che si occupa dei disturbi dell’alimentazione dei ragazzi da 0 a 18 anni. Nel 2010 il centro ha effettuato 2433 prestazioni (tra ricoveri ordinari (11), day hospital (247), day service (165), prestazioni ambulatoriale (1994). Nel 2011 il dato è sceso significativamente a 1373 prestazioni, di cui mille ambulatoriali. Nel 2012 si è risaliti a 2296 (1839 quelle ambulatoriali), e nel 2013 il trend è risultato in ascesa, con 2447 prestazioni, di cui 2447 ambulatoriali. Nel 2014 il dato più ampio: ben 2977 prestazioni (2668 ambulatoriali), segno che il problema è riesploso in tutta la sua drammaticità. Tra le attività messe in campo dal centro c’è anche un Campo scuola alimentare, che quest’anno compie 20 anni, ed è realizzato in collaborazione con la Onlus Crescere. Molto importanti sono stati gli stimoli arrivati ai ragazzi grazie agli esperti, in particolare quello a “conoscere quello che ci si mette in bocca, almeno quanto conosciamo la marca di scarpe o di jeans che portiamo addosso”, come ha ricordato il giornalista che ha animato la tavola rotonda, Antonio Paolini. Dalle domande rivolte al piccolo campione di ragazzi è infatti risultato che solo uno sui 100 presenti aveva portato da casa la colazione consumata nell’ora di ricreazione: pane e frittata preparato dalla madre. La maggior parte dei ragazzi preferisce merendine, soprattutto quelle delle marche più pubblicizzate, (nessuno, tra i 100 ragazzi presenti, ha affermato di leggere le etichette e di conoscere valori nutrizionali e ingredienti) o panini e cornetti comprati al bar della scuola. Una grossa fetta, circa il 30%, ha affermato di non aver fatto colazione prima di andare a scuola (soprattutto tra i ragazzi più grandi di istituti e licei) e di questo 30% solo il 10% ha affermato di aver mangiato prodotti preparati in casa (come ciambellone e crostata); solo il 5% di aver mangiato biscotti da forno invece di quelli industriali. Nessuno ha affermato di fare colazione o merenda con la frutta.
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