Torre del Cerrano e vongolare: per il Wwf è ancora no per difendere i fondali

TERAMO – Vongolare nell’Area Marina Protetta della Torre del Cerrano: diatriba che da anni tiene banco. Il Wwf, che la Regione non prevede possa partecipare ai tavoli delle trattative ambientali, si batte ovviamente per il divieto di pesca delle vongole e ricorda che solo 7 km sui circa 130 km di costa abruzzese, il 5%, è vincolato. Oggi comunque nella Conferenza regionale sulla pesca si discuterà ancora del divieto o meno alle vongolare. Il Wwf spiega il suo no: “Come è noto da anni si verificano continue violazioni del perimetro dell’Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” da parte di vongolare munite di turbosoffianti in spregio alle normative di tutela poste a garanzia di questa come delle altre aree marine potette italiane e con conseguenti danni ambientali. Della vicenda si sono occupate più volte le Forze dell’Ordine e la magistratura in base a dettagliati esposti sulle violazioni effettuate. Ora, per superare il divieto di legge, si vuole far passare per pesca artigianale un tipo di attrezzo, la draga vibrante, che nella Laguna di Venezia viene utilizzata per la pesca professionale, essendo uno strumento proprio della pesca industrializzata. Il divieto di utilizzare un determinato metodo di pesca all’interno di un’area marina protetta non deriva da differenze nella denominazione degli attrezzi utilizzati o da semplici accorgimenti tecnici, ma dagli effetti che tali attrezzi hanno sugli habitat e sulle specie che l’Area Marina Protetta deve tutelare: e questo vale ancora di più per l’Amp Torre del Cerrano che ha al suo interno il Sito di Interesse Comunitario “Torre del Cerrano, protetto dall’Unione Europea, su richiesta della Regione Abruzzo e dello Stato Italiano, nell’ambito della Rete Natura2000”.