TERAMO – Non ci sta Sel Abruzzo a vedere rivoluzionata la legge elettorale senza un coinvolgimento di tutte le forse, soprattutto se si tratta di quelle di governo. Parte cos’ l’attacco contro Camillo D’Alessandro (PD), sottosegretario alla Presidenza della Regione, "Pur essendo forza di governo regionale apprendiamo dalla stampa che Camillo D’Alessandro ha presentato alcune proposte di modifiche alla legge elettorale regionale e allo Statuto. Come SEL Abruzzo riteniamo che si debba aprire una più vasta ed approfondita discussione sulla legge elettorale da modificare, coinvolgendo tutti i partiti sia di maggioranza che di minoranza, come pure i cittadini attraverso apposite assemblee da organizzare. La definizione dei collegi, la preferenza di genere e le soglie di sbarramento sono questioni importanti da discutere con gli abruzzesi. SEL Abruzzo ritiene fortemente sbagliata la proposta di aumentare le soglie di sbarramento di coalizione al 6% e di lista al 3 per cento". Tommaso Di Febo Coordinatore Regionale SEL interviene sulla proposta di riforma elettorale regionale: “la definizione del numero dei collegi per la rappresentanza dei territori nonché l’importante e necessaria preferenza di genere devono essere legate a rafforzare il rapporto eletti–elettori e proprio per questo devono essere discusse seriamente anche con i cittadini nei territori. Nello specifico i collegi non possono essere definiti dall’alto”. Di Febo ha rimarcato la netta contrarietà alla proposta di aumento delle soglie di sbarramento : “Innanzitutto le regole democratiche vanno discusse da parte di tutti i partiti sia di maggioranza che di minoranza, e sulla proposta di una nuova legge elettorale occorre evitare l’imposizione di soglie di sbarramento elevate e antidemocratiche”, poi continua il Coordinatore Regionale :“SEL Abruzzo è nettamente contraria all’innalzamento delle soglie di sbarramento. Infatti riteniamo che per ridurre la frammentazione e garantire la governabilità non sono necessarie assurde e punitive soglie di sbarramento. Occorre invece garantire, con equilibrio e senza prevaricazioni, che tutti possano avere voce in consiglio regionale con soglie di sbarramento ragionevoli”. Infine la domanda di Di Febo : “Perché su questo tema così importante il Pd non ha aperto prima una discussione con i partiti alleati al governo regionale?”.
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