Primario Asl accusato da detenuto per droga: “Spaccio per pagare l'operazione di mio padre"

GIULIANOVA – E’ una vicenda dai contorni da chiarire quella che vede coinvolto un primario dell’ospedale di Giulianova, accusato da un giovane albanese di avergli chiesto una tangente di 5mila euro per operare il padre in un ospedale pubblico. L’esistenza di una inchiesta e di un avviso di garanzia nei confronti del medico teramano è venuta alla luce con la perquisizione nei suoi studi, nella sua abitazione e nel reparto, e con l’acquisizione di computer, telefoni e dischi di memoria, che sono stati però già restituiti al professionista. L’iniziativa della procura finanza teramana arriva ben più tardi della vicenda, che si sarebbe verificata nel 2012 e raccontata dall’albanese agli investigatori ascolani al momento del suo arresto nel 2014. Si, perchè a contestare la richiesta e il successivo pagamento dei 5mila euro al primario, è un giovane albanese residente in Val Vibrata, nello stesso paese del professionista, che una volta in manette si è giustificato dell’attività illecita con la necessità di trovare il denaro per sostenere l’operazione chirurgica del padre. Avrebbe citato anche un testimone di questa vicenda, che però è deceduto in un incidente stradale nei mesi scorsi e dunque non più in grado di validare la sua versione. Secondo quanto si è appreso l’anziano padre dell’albanese, cardiopatico, in Italia per un periodo da trascorrere con il figlio, si era sentito male ed era stato assistito al pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova: da qui era stato trasferito al Mazzini di Teramo perchè doveva essere sottoposto ad ulteriori test diagnostici. Furono i medici di Teramo, all’esito di questi, a decidere di sottoporlo all’operazione. Il tutto era accaduto mentre il medico accusato era in ferie. Il fascicolo è approdato per competenza alla procura teramana soltanto due mesi fa, da qui l’iscrizione nel registro degli indagati.