Si riparte stamattina con gli assi del Teramo e l'assist dell'Ascoli

TERAMO – Si ricomincia questa mattina, nell’aula del dibattimento dell’Nh Vittorio Veneto di Roma. Spazio alla difese di Campitelli e del Teramo, dopo l’apertura con il legale del Savona calcio. Quattro avvocati dovranno ‘spiegare’ che la responsabilità diretta della società nella presunta combine di Savona-Teramo non c’è. Comincerà Michele Cozzone, seguito dal professor Cerulli Irelli, la cui arringa è particolarmente attesa parimenti a quella dell’altro docente Giovanni Di Giandomenico. Due giuristi, due esperti in diritto privato che sposteranno il discorso sul piano prettamente giuridico, a sottolineare da un lato il valore della prova, e dall’altro l’assenza di questa come nella sua più classica delle accezioni a sostegno delle contestazioni della Procura. Chiuderà l’avvocato Eduardo Chiacchio che dovrà ‘accompagnare’ i giudici verso la camera di consiglio decisiva per le sorti del Teramo.
Chi sono i giudici. Sono in sei i componenti della Corte Federale d’Appello. Oltre a quello del presidente della Corte d’Appello, Gerardo Mastrandrea, un ruolo fondamentale nella esposizione della causa in camera di consiglio è svolto dal giudice relatore, Mario Sferrazza; ci sono poi tre componenti che provengono dalla procura, Carlo Porceddu, Italo Pappa e Maurizio Greco. C’è infine il docente universitario di diritto Piero Sandulli. Saranno loro a decidere il secondo grado di giudizio sul caso Savona-Teramo.
L’udienza di ieri. Non ha aggiunto nulla di più a quella che era stata la discussione tra le parti del processo di primo grado dinanzi al Tribunale Federale Nazionale. Se vogliamo, la novità sostanziale sta nel passo indietro fatto dalla difesa dell’Ascoli calcio, che ha cambiato strategia: assente l’avvocato Grassani (che avrebbe perso l’aereo per raggiungere Roma), i sostituti del suo studio non hanno insistito più sulla sussistenza della responsabilità diretta del Teramo, quanto sulla responsabilità oggettiva, ma in una forma più grave, che ricade tutta sul ruolo avuto da Marcello Di Giuseppe, nel senso di un direttore sportivo "con pieni poteri", quasi un rappresentante legale del club: una strada che nelle intenzioni bianconere dovrebbe portare all’applicazione di una pena afflittiva sulla società consistente in una forte penalizzazione nella classifica di Lega Pro dello scorso anno, che farebbe slittare al secondo posto il Teramo a favore dell’Ascoli, così promosso in Serie B.
C’è grande ottimismo nello staff biancorosso. Di diverso avviso è lo staff biancorosso. Proprio il passo indietro dell’Ascoli è un assist per i legali del Teramo che insisteranno con altre prove che la responsabilità oggettiva è l’unica che pouò essere contestata a Campitelli e soci: dunque una leggera penalizzazione nella Serie B, conquistata con pieno merito sul campo.
Il check-out in albergo e l’iniezione del medico ‘assi’ nella manica. Ci sono due aspetti della ricostruzione della mattina del 2 maggio che sembrano essere vincenti, decisivi, per le sorti del Teramo. Il presidente Campitelli ha pagato il conto dell’hotel di Arenzano con la carta di credito e la traccia sul Pos della reception è nero su bianco alle ore 12.40; inoltre proprio in quello spazio temporale il medico sociale Carlo D’Ugo somministrò al presidente, che era in camera, un ansiolitico necessario per sciogliere la tensione del pre-partita: due aspetti che ‘tolgono’ il patron del Teramo da Albissola, dove la procura e l’Ascoli vogliono posizionarlo per spiegare l’incontro (che non ha mai avuto) con Barghigiani.