"Staccherò l'alimentazione a mia moglie". Il marito di Liliana in sciopero della fame minaccia un gesto gravissimo

TERAMO – “Se con lo sciopero della fame non otterrò risposte il 14 settembre, il giorno del mio compleanno, staccherò l’alimentazione a mia moglie. Inizierò ad abbassare il nutrimento un po’ alla volta, fino a sospenderlo del tutto e la responsabilità sarà del sindaco. Chiederò perdono a mia moglie, lei come tutti i malati terminali inspiegabilmente vuole vivere”. Oggi è il quarto giorno di sciopero della fame per Tonino Serafini, marito di Liliana, malata di Sla dal 2011 per la quale il marito, che minaccia una soluzione tanto drammatica, chiede al Comune, al sindaco Brucchi, l’assistenza domiciliare che non ha. Dopo le lunghe richieste e dimostrazioni per l’ascensore, poi ottenuto con l’intervento della Regione nella casa popolare di Teramo, oggi Tonino torna a protestare. “Mia moglie è malata di Sla dal 2011, non parla da tre anni, non si muove ma non abbiamo mai ricevuto dal Comune l’assistenza domiciliare. Sono andato più volte all’ufficio preposto del Comune per fare richiesta, ma mi è stato  risposto di rivolgermi all’Inps. A me non interessa, io voglio che sia il Comune di Teramo a darci ciò che ci spetta di diritto. E’ evidente che le persone malate sono un peso per la nostra società”. Quello che i Serafini chiedono va evidentemente ben oltre la mera risposta burocratica sulle competenze di questo o quell’ente. Tonino Serafini rivendica il diritto ad essere riconosciuto dal “suo” Comune come un cittadino che ha bisogno di essere sostenuto. “Mi rivolgo all’Amministrazione comunale – continua il pensionato – e in modo particolare al sindaco Maurizio Brucchi e all’assessora Valeria Misticoni, non ho ricevuto una sola telefonata da parte loro, si comportano come se io non esistessi. Atspetto una risposta dal sindaco, lui è il primo cittadino, e come tale dovrebbe essere il padre di tutti, ma non si è comportato da padre con me e con mia moglie. Tutto quello che accadrà a Liliana sarà una sua responsabilità”. Serafini, come è noto, si occupa di Liliana con il solo aiuto dei figli, ma tutto questo non è sufficiente per sopperire ai bisogni della donna, che è sempre più provata per l’aggravarsi della malattia. L’unico aiuto concreto a Liliana e alla sua famiglia arriva dalla Asl: “La Asl mi ha sempre dato tutto. Gli infermieri e i fisioterapisti del progetto Sla per me sono come dei figli” dice Tonino mentre il suo conto alla rovescia procede veloce.